Induzione al parto naturale con gel: ci sono rischi?

Il parto naturale può essere indotto, soprattutto nel caso il termine sia scaduto e si stia andando oltre il tempo limite. Ecco cosa accade usando il gel

Induzione al parto naturale con gel: ci sono rischi?

L’induzione del parto diventa necessario quando il bebè non ne vuole proprio sapere di venire al mondo. Potrebbe quindi accadere che alla 40esima settimana il vostro medico vi proponga l’induzione, che sta a indicare tutti quegli interventi medici, chirurgici e farmacologici per determinare l’inizio del travaglio. Non dovete essere preoccupate. I dottori sceglieranno la soluzione migliore per voi. Esistono due tipi d’induzione, una farmacologica e l’altra non farmacologica. Noi ci focalizzeremo sull’uso del gel, ma prima cerchiamo di capire queste macro categorie.

Induzioni non farmacologiche

Sono metodi per indurre la donna al travaglio e indicano delle tecniche in cui non si usano dei farmaci che provocano le contrazioni. Quali sono queste tecniche? Ci sono: lo scollamento delle membrane amniocoriali, l’amniorexi, la stimolazione manuale del capezzolo e la dilatazione meccanica della cervice uterina. La manovra più famosa è lo scollamento delle membrane che prevede la separazione delle membrane amniocoriali dalla parte interna del collo dell’utero, noto come orifizio uterino interno.
 
Induzioni farmacologi

Per indurre il parto in questo modo si utilizzano dei farmaci che portano alla “maturazione cervicale e a un’attività contrattile regolare”, come dicono in campo medico. I farmaci utilizzati sono a base di ossitocina (famoso ormone) o prostaglandine. Nel caso la cervice sia matura vengono applicati per via vaginale (gel o tavolette vaginali), mentre nel caso la cervice sia immatura si utilizza prostaglandine per via intracervicale o il pessario (anello di gomma, di plastica o di silicone che viene collocato nella vagina).
 
Gel a base di prostaglandine

L’induzione con prostaglandine avvengono soprattutto attraverso il gel. Come funziona? Vengono introdotte delle candelette vaginali all’interno dell’utero. Attenzione però non sempre, pratica scatena l’inizio del travaglio. C’è da dire che però consente l’ammorbidimento di una cervice ancora ben chiusa agevolando la dilatazione con l’impiego dell’ossitocina. L’ormone viene somministrato alla donna attraverso flebo in un braccio o in una mano e stimola le contrazioni dando il via al travaglio.
 
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