La principale novità di quest’anno è che i Comuni possono modulare le aliquote attraverso un prospetto ufficiale, che dovrà essere pubblicato entro il 14 ottobre 2025. L’imposta è dovuta da chi possiede beni immobili: case, fabbricati, aree edificabili e terreni agricoli, a eccezione dell’abitazione principale. L’abitazione principale non è esente dall’imposta nel caso in cui rientri nelle categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9).
La normativa prevede che i soggetti obbligati al pagamento dell’IMU siano non solo i proprietari degli immobili, ma anche i titolari di diritti reali (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi o superficie), i concessionari di aree demaniali e i locatori in leasing finanziario (pure se non ancora registrato al catasto).
Per il calcolo dell’IMU, quest’anno bisognerà tenere in considerazione una rendita catastale rivalutata del 5%, un moltiplicatore variabile in base alla categoria catastale (per le abitazioni il valore è 160) e l’aliquota imposta da ogni Comune.
L’importo da pagare può essere ridotto grazie alle detrazioni. E poi ci sono le varie novità normative per il 2025. Al di là del già citato prospetto delle aliquote che le amministrazioni comunali dovranno pubblicare entro il 14 ottobre, per l’IMU 2025 si parla anche di sanzioni ridotte… Dal primo settembre 2024, infatti, la sanzione per omessi o tardivi versamenti è scesa dal 30% al 25%.
Com’è noto, l’abitazione principale è esente da versamento IMU, salvo che non sia accatastata come un immobile di lusso. Gli immobili concessi in comodato gratuito a parenti di primo grado possono beneficiare di una riduzione del 50% della base imponibile.
Esenzioni e agevolazioni IMU 2025: dalle detrazioni ai bonus
Anche se l’immobile è classificato come di lusso (cioè appartenente alle categorie A/1, A/8, A/9) si può risparmiare. In questi casi è infatti prevista una detrazione fissa di 200 euro. Altre detrazioni sull’IMU sono possibili per ogni figlio convivente sotto i ventisei anni. In questi casi, infatti, si applica una detrazione aggiuntiva di 50 euro, fino a un massimo di 400 euro totali.

Quando l’immobile è dato in comodato gratuito a un parente di primo grado (quindi, genitori o figli), la base imponibile è ridotta del 50%, a condizione che il contratto sia registrato e che il cosiddetto comodante risieda nello stesso Comune dell’immobile concesso.
Sono anche previste agevolazioni per alcuni immobili locati. Ci sono infatti Comuni che prevedono riduzioni sostanziali dell’aliquota per incentivare la locazione a canone concordato (succede per esempio a Milano). Gli immobili di enti non commerciali destinati a finalità istituzionali possono essere esenti. Infine, molti terreni agricoli posseduti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli possono beneficiare di importanti agevolazioni.
In generale, bisogna tener presente che le spese IMU non possono mai essere portate direttamente in detrazione nella dichiarazione dei redditi. Succede perché l’IMU è un’imposta patrimoniale e non un onere deducibile ai fini IRPEF. Le detrazioni si applicano dunque sull’importo da pagare. Se l’immobile è utilizzato per attività imprenditoriali o professionali, l’imposta si può però detrarre dal reddito d’impresa o di lavoro autonomo, per ridurre l’imponibile fiscale.