Il cortisone in gravidanza fa male? Possibili effetti collaterali

L'utilizzo del cortisone in gravidanza, se limitato nel tempo e nelle dosi, potrebbe non essere dannoso e non comportare effetti collaterali.

Il cortisone in gravidanza fa male? Possibili effetti collaterali

Il cortisone in gravidanza fa male? Una domanda che molte aspiranti o future mamme si sono poste, ma che può avere diverse possibili risposte. Quella più azzeccata, seppur vaga, potrebbe essere “non sempre”. Infatti, se l’assunzione prolungata di farmaci a base di cortisone e suoi derivati durante le prime settimane di gestazione potrebbe comportare alcuni effetti collaterali, i rischi diminuiscono progressivamente sia con l’avanzare delle settimane sia con il diminuire della frequenza della somministrazione. Ma cerchiamo di saperne di più.

Alcune premesse sono d’obbligo. Innanzitutto, se è vero che come regola generale i farmaci durante i nove mesi di gestazione, per evitare di interferire negativamente sia con lo sviluppo del feto sia con il buon esito della dolce attesa, sarebbero da evitare, moderare e, comunque sempre da assumere sotto stretto controllo medico, è anche vero che non tutti i farmaci sono uguali.

La pericolosità del farmaci durante la gravidanza è valutata in base al tipo di medicinale: sono suddivisi in fasce, dalla I alla V, da quelli a rischio zero a quelli dalla comprovata teratogeneticità. Ma i rischi variano anche in base al periodo di gestazione: se durante il primo trimestre e le prime settimane di gravidanza, il pericolo più grande è l’aborto, nelle settimane successive a preoccupare è l’effetto tertogenetico dei farmaci, cioè la loro capacità di influire sullo sviluppo del feto e comportare la comparsa di malformazioni congenite.

Alcune classi di farmaci, come il paracetamolo, sono da considerare sicuri al cento percento, perché non comportano rischi di alcun genere, né per la gestante né per la piccola vita che cresce dentro di lei.

Altri farmaci, come il cortisone, meritano un discorso a parte: i medicinali a base di cortisone, se assunti a bassi dosaggi e nell’ambito di terapie di breve durata ed entità non dovrebbero essere considerati pericolosi. Il tutto, ovviamente, sempre sotto stretto controllo del medico curante. Da evitare, preferibilmente, nel corso del primo trimestre, la somministrazione del cortisone durante la gravidanza è ammessa nelle settimane successive soprattutto per sopravvivere alle allergie di primavera e viene prescritta preferibilmente per inalazione piuttosto che per via orale.

Tra gli utilizzi consentiti, prescrizione medica, del cortisone in gravidanza c’è anche la cura del broncospasmo, un’eventualità davvero fastidiosa. Per quanto remote possibilità, gli effetti collaterali del cortisone durante la gravidanza esistono. In particolare, sono da annoverare tra i possibili rischi: la labiopalatoschisi, cioè il labbro leporino; il ritardo nella crescita e nello sviluppo del sistema immunitario del nascituro.

Parole di Camilla Buffoli