Epoca gestazionale anamnestica, ecografica ed effettiva: cosa cambia?

Qualche informazione utile sull'epoca gestazionale anamnestica, ecografica ed effettiva, per capirne meglio le differenze e le implicazioni.

Epoca gestazionale anamnestica, ecografica ed effettiva: cosa cambia?

Epoca gestazionale anamnestica, ecografica ed effettiva, cosa cambia? Ecco uno dei tanti dubbi che assalgono le future mamme, soprattutto quando sono alle prese con le prime settimane di gravidanza. Perché dopo aver fatto il test di gravidanza, aver ricevuto risposta positiva e sapere che una vita sta crescendo dentro di sé, è normale avere mille domande e mille punti interrogativi. Ma cerchiamo di capire meglio cosa si intende per epoca gestazionale e come si datano il parto e le settimane di gestazione.

Secondo la convenzione più diffusa, l’epoca gestazionale si calcola fissando l’inizio della gravidanza in corrispondenza del primo giorno dell’ultima mestruazione, secondo cui la durata della gravidanza si attesta intorno alle 40 settimane. Esiste, in alternativa, anche un’altra opzione possibile, cioè l’epoca concezionale, secondo cui l’inizio della gravidanza, che dura in questo modo 38 settimane, si fa coincidere con il concepimento vero e proprio, da collocare intorno al quattordicesimo giorno del ciclo mestruale (ipotizzando la regolarità sia del ciclo sia dell’ovulazione).

Se l’epoca anamnestica si calcola dal primo giorno dell’ultima mestruazione, ipotizzando un ciclo regolare di 28 giorni con l’ovulazione, altrettanto regolare, al 14° giorno, l’epoca gestazionale effettiva, invece, è meno standard. Quest’ultima, infatti, tiene conto della variabilità sia della lunghezza del ciclo sia dell’ovulazione, che non sempre avviene, precisa come un orologio, il 14° giorno, e viene calcolata dallo specialista durante la visita grazie all’utilizzo dei mezzi ecografici, grazie ai quali il ginecologo riesce a individuare le dimensioni del feto e datarne le settimane.

Se nelle primissime settimane di gravidanza, grazie all’ecografia le stime in merito alle dimensioni del feto sono affidate alla distanza vertice-sacro, con il passare del tempo, entrano in gioco altri parametri, come il diametro biparietale, che consente di misurare la distanza tra le orecchie, la circonferenza cranica, la circonferenza dell’addome e la lunghezza del cranio. Facendo una media ponderata di queste misure, l’ecografo sarà in grado di calcolare l’epoca ecografica. Dal raffronto tra i vari dati ottenuti, la futura mamma avrà la possibilità di ottenere un quadro più chiaro della situazione e informazioni più complete in merito alle tempistiche della sua gravidanza, dalle settimane di gestazione effettive alla data prevista per il lieto evento, per il parto.

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Parole di Camilla Buffoli