Cambia il sistema di erogazione dei rimborsi fiscali. Con il Decreto Riscossione (d.lgs. n. 110/2024) si introduce una forma di compensazione forzata tra crediti e debiti fiscali, e ora l’Agenzia delle Entrate può bloccare automaticamente i rimborsi superiori a 500 euro per i contribuenti con debiti iscritti a ruolo. Tutto ciò senza necessità di consenso. Parliamo di quei rimborsi derivanti dal Modello 730, che di norma vengono erogati ai lavoratori dipendenti e pensionati.
Il più importante è il rimborso IRPEF che viene applicato quando il contribuente versa più imposte del dovuto. In questi casi, l’Agenzia delle Entrate calcola il credito e lo restituisce direttamente in busta paga o nel cedolino della pensione. Altri rimborsi derivano dalle detrazioni per spese sanitarie, che danno appunto diritto a ottenere un rimborso del 19% sulle somme pagate.
L’attuale normativa contempla detrazioni per gli interessi sul mutuo per l’acquisto della prima casa (per far recuperare parte degli interessi passivi pagati), per le spese scolastiche, per le attività sportive dei figli minorenni e per le spese funebri. Se il contribuente ha però dei debiti con il fisco, l’AdE potrebbe intervenire per bloccare le detrazioni traducibili in rimborsi e crediti.
Prima di procedere a un qualunque tipo di rimborso, l’AdE verificherà la presenza di cartelle esattoriali. E se ci sono debiti pendenti, proporrà una compensazione. Qualora il contribuente dovesse rifiutare, il rimborso verrà trattenuto e non liquidato. Si tratta di una misura che punta a velocizzare il recupero delle somme dovute al fisco, che molti italiani non hanno ancora considerato. Il timore è che possa rivelarsi parecchio severa per molti contribuenti.
Il blocco immediato dei rimborsi fiscali
L’AdE parla di una trattenuta che scatterà automaticamente in presenza di un’iscrizione a ruolo. Ovvero con la registrazione formale di un debito fiscale non ancora versato. Proprio l’iscrizione, dunque, rappresenta il passaggio chiave nella nuova procedura di riscossione, permettendo poi all’AdE di attivare degli strumenti per il recupero coattivo delle somme dovute.

Quando infatti il debito è iscritto a ruolo, al contribuente arriva una notifica: una cartella di pagamento. E se la cartella non viene saldata entro i termini stabiliti, potrebbero poi scattare le misure esecutive previste dalla legge. Pignoramenti di conti correnti, di stipendi o di beni immobili. E con le nuove disposizioni, prima di procedere con un qualsiasi tipo di rimborso fiscale a favore del contribuente, l’Agenzia delle Entrate verificherà se l’avente diritto ha dei debiti.
In questo modo, in presenza di cartelle esattoriali non pagate e se il rimborso dovesse superare i 500 euro, la somma sarà bloccata e destinata a compensare il debito. Come spiega l’AdE, la somma sarà praticamente congelata fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui sarebbe dovuta essere erogata. Il contribuente può verificare se ha diritto a un rimborso fiscale accedendo ai servizi online dell’AdE. Nella sezione rimborsi si può controllare lo stato delle richieste, e nel cassetto fiscale ci sono tutte le informazioni sui rimborsi derivanti dalla dichiarazione dei redditi.