I 3 trucchi per scegliere un vino al supermercato

Prezzo, etichetta e denominazione: ecco alcuni trucchi per scegliere un vino di discreta qualità anche tra gli scaffali del supermercato

I 3 trucchi per scegliere un vino al supermercato

Foto Pixabay | JillWellington

Premesso che, per acquistare un vino di qualità, sarebbe meglio recarsi in enoteca o – ancora meglio – direttamente dal produttore, il 70% dei vini che viene venduto in Italia passa attraverso il supermercato. Ma, prima di procedere all’acquisto, occorre fare alcune precisazioni, che ci possono guidare nella scelta di un vino di qualità anche tra gli scaffali del supermercato.

Il prezzo non inferiore ai 5 euro!

Ipotizziamo di avere 8 o 10 euro per la nostra bottiglia. Il consiglio è di non puntare su un vino di gran nome, come un Amarone, un Barolo, un Barbaresco o addirittura un Brunello di Montalcino. Infatti, dal momento che si tratta di vini importanti e che hanno delle lavorazioni lunghe anni e anni, andremo sicuramente ad acquistare la qualità peggiore di quel vino. Semplicemente bottiglie di questa levatura non possono costare al di sotto dei 25 euro. Cerchiamo di prediligere vini nuovi, come La Lacrima di Morro d’Alba, oppure il Traminer dell’Alto Adige, insomma uve diverse e particolari per lo più sconosciute, che i produttori cercano di far conoscere, facendoli approdare nelle grandi catene di distribuzione.

Imparate a leggere l’etichetta

Altra aspetto importante da valutare nell’acquisto di un vino è l’etichetta, che dovremo imparare a decriptare. Dal momento che la legge impone un obbligo relativo solo all’imbottigliamento (questo significa che in etichetta troveremo chi per ultimo ha messo il vino nella bottiglia), spesso e volentieri non compare il nome del produttore. Sotto i 5 euro, non troveremo bottiglie con la dicitura “prodotto e imbottigliato da”, quanto l’indicazione “imbottigliato da” seguita da un codice alfanumerico, dietro cui si nascondono imbottigliatori che acquistano vini da tutta Italia e tutto Europa, per rivenderli a proprio nome. In questo caso, meglio lasciare perdere! Vi consigliamo di prediligere bottiglie in cui compare un nome, come quello di un’azienda vinicola, oppure una cantina sociale (consigliate quelle di Alto Adige e Trentino): insomma di qualcuno che ci metta la faccia!

Denominazioni vino: quale scegliere?

Sull’etichetta possiamo trovare quattro indicazioni: il vino da tavola, l’IGT (indicazione geografica tipica), la DOC (denominazione origine controllata) e DOCG (denominazione origine controllata e garantita). Queste quattro denominazioni sono state introdotte alla fine degli anni Sessanta e vanno a costituire la cosiddetta piramide della qualità, il cui vertice è occupato dalla DOCG. Per quanto la DOCG non sia necessariamente sinonimo di qualità, sapremo per lo meno da dove arrivano le uve e solitamente per le denominazioni di origine il valore delle stesse è leggermente più alto.

Parole di Linda Pedraglio