Quando l’orologio biologico si fa sentire, ecco che scatta la corsa al diventare genitore. L’istinto materno, piuttosto che la fertilità femminile, sono degli argomenti che ad una certa età influenzano delle decisioni. Una realtà che sta prendendo sempre più spazio nella nostra società è quella della cogenitorialità. Si tratta di situazioni che si possono verificare dopo una separazione, quando i genitori non stanno più insieme ma rimangono coinvolti nella vita del bambino, condividendo tempo e responsabilità.
Negli ultimi anni, spesso il progetto di vivere in coppia è legato sin dall’inizio proprio dal desiderio di avere un figlio, infatti si parla di co-genitorialità quando ci sono due o più persone che si uniscono con l’obiettivo di avere un figlio. Non c’è il vincolo di una relazione affettiva piuttosto che sessuale, l’unico punto di unione è proprio quello di avere un figlio e di conseguenza la loro presenza nella sua vita è gestita in maniera tranquilla.
Sono situazioni che sono sempre esistite, in passato ci si affidava ad amici o a conoscenti che a loro volta conoscevano qualcuno che aveva la stessa esigenza, ad oggi il web ha facilitato queste connessioni, grazie a delle app progettate proprio per questo tipo situazioni.
Le app per la cogenitorialità
Queste applicazioni funzionano come una qualsiasi app di incontri, da Tinder o Meetic, solo che invece di cercare un partner per amore o sesso, si cerca un partner per diventare genitori.
E’ molto semplice da utilizzare e tendenzialmente sono tutte molto uguali: si selezionano età, altezza, peso, colore degli occhi, reddito, lingue parlate, religione, segno zodiacale, hobby, interessi, sport e il gioco è fatto. Più precise sono le informazioni inserite nel proprio profilo sull’app, più l’algoritmo sarà in grado di combinare il match perfetto.
Ovviamente ci sono anche dei contro. Ad esempio si sceglie di crescere un figlio con qualcuno che non si conosce e le cui idee su come educare il proprio figlio possono risultare diverse con il passare degli anni.