Aspartame in gravidanza: dosi e consigli

L'aspartame, alle dosi e nei modi consigliati, può essere utilizzato come dolcificante anche durante la gravidanza.

L’aspartame può essere consumato in gravidanza? Da non confondere con il “collega” acesulfame, l’aspartame è un dolcificante molto diffuso, che dopo essere stato per anni al centro di polemiche e studi, allarmi di tossicità e smentite, oggi, forte del parere dell’EFSA (European safety Authority) può essere considerato sicuro, privo di rischi per la futura mamma e per il feto che porta in grembo, se consumato entro le dosi suggerite dalle autorità e i consigli giusti.

Cos’è l’aspartame

L’aspartame è un edulcorante artificiale a basso tenore calorico. Appare come una polvere bianca, inodore, che ha un potere dolcificante duecento volte superiore rispetto alla zucchero naturale. Utilizzato come dolcificante da tavola, aggiunto a tè e caffè, per esempio, l’aspartame trova largo uso anche nell’industria alimentare, come additivo alimentare che figura tra gli ingredienti di numerosi prodotti alimentari, dalle bevande ai dolci, dalle caramelle ai chewing gum fino ai cibi dietetici.

Per riconoscerlo e rilevarne la presenza nei prodotti alimentari confezionati, basta controllare in etichetta la presenza della sigla che corrisponde all’aspartame, cioè E951.

Le dosi e i consigli

Dopo l’allarmismo sui rischi oncologici e non solo legati al consumo di aspartame degli ultimi anni, la valutazione stilata sui possibili rischi dell’edulcorante artificiale da parte della massima autorità europea in materia, l’EFSA, ha fatto chiarezza. L’aspartame è stato scagionato dalle accuse con formula piena; è da considerare un prodotto sicuro per tutta la popolazione, bambini e donne incinte comprese. L’autorità europea ha confermato l’assenza per il feto in via di sviluppo di rischi causati dall’esposizione alla fenilanina (un aminoacido che costituisce le proteine presenti in molti alimenti) derivata dall’aspartame.

Nessun rischio, ma un’eccezione è d’obbligo. Le donne in dolce attesa affette da Pku, cioè dalla rara malattia genetica Fenilchetonuria, devono assumere la fenilanina e, di conseguenza, l’aspartame, con attenzione e con estrema moderazione.

Chiariti i contorni della polemica intorno all’aspartame ed esclusi i rischi legati alla sua assunzione per le donne incinta, non resta che capire in che dosi è consigliato. Infatti, come molte sostanze artificiali, meglio consumare il dolcificante in dosi moderate per escludere anche i pericoli più remoti. In particolare, secondo l’EFSA, la soglia limite del consumo di aspartame quotidiano è fissata in 40 mg per ogni chilogrammo di peso corporeo.

Parole di Camilla Buffoli