In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre tocca fare una riflessione profonda e lontana dalla retorica su un fenomeno che, almeno in Italia, non accenna a scemare. Un fenomeno che è frutto di una cultura radicata basata sul pensiero che l’uomo possa possedere, disporre e decidere persino la vita o la morte delle donne che gli ruotano intorno, siano esse compagne, mogli, madri o figlie.
Volete chiamarlo patriarcato? Attenzione, i politici poi potrebbero strumentalizzare persino questo termine, potrebbero addirittura trovare sconveniente inserire nel programma scolastico dei ragazzini un’ora di lezione per imparare l’affettività, come relazionarsi agli altri in modo sano e rispettoso della vita, come dare un nome ai sentimenti, alle angosce e alle paure che a maggior ragione durante l’età adolescenziale emergono.
Eppure tutto parte da lì, dalla cultura del rispetto, dalla consapevolezza che ciascuno è libero di vivere la propria vita, che se non c’è consenso non c’è amore, se non c’è rispetto vero non c’è amore, che se c’è controllo e manipolazione non c’è amore.
Il controllo spesso è percepito come una forma di cura e attenzione, ma non è così. Il confine è sottile. Ma un uomo non tiene di più alla sua donna perché le spia il cellulare, perché esige di sapere ogni ora dove si trova e con chi, se decide come si deve vestire e come si deve truccare.
Questa è manipolazione, è l’appropriazione della vita altrui e ogni donna dovrebbe riuscire a capire quando è il momento di sfilarsi da una relazione con uomini abusanti e violenti. Comunicare e confrontarsi con altre donne può aiutare a evitare i femminicidi. I centri antiviolenza sono strutture che offrono supporto, ascolto, consulenza legale e psicologica che non si deve aver vergogna o timore di contattare.
Chiudere una relazione in tempo salva la vita
Chi cerca amore e poi trova l’inferno il più delle volte fatica anche solo a capire di essere finita in una trappola. Si tende a minimizzare, a mettere tutto a tacere, a sperare che in futuro le cose cambieranno.

Non è mai così, se ci sono stati episodi di violenza e prevaricazione nella vostra relazione è meglio guardare in faccia la realtà e capire che è una storia sbagliata, che non avete saputo riconoscere un narcisista, che quell’uomo che vi ha sfiancato con il love bombing voleva solo incatenarvi o più semplicemente voleva dominare e controllare la vita di voi che, a parole siete la domma amata ma che in realtà non avete più importanza di una bambola da collezione posta su una mensola.
Amarsi, stimarsi, prendere coscienza del proprio valore è il primo passo per evitare di finire nelle grinfie di persone senza scrupoli che vogliono solo dominare, schiacciare, controllare e vivere la vita altrui poiché incapaci di gestire la propria. Donne, riprendetevi la vostra vita, è il più bel regalo che possiate mai farvi.