Di Anna Franceschi | 8 Febbraio 2017
L’acetone nei bambini è un disordine metabolico, oggi molto meno diffuso di un tempo ma che comunque può colpire anche i più piccoli. Ma quali sono i sintomi? Quali le cause? Esiste una cura? E cosa può mangiare il bambino? Conosciamo meglio questa sostanza che si origina durante la digestione dei grassi quando il corpo ha bruciato tutti gli zuccheri a disposizione.
L’acetone nei bambini, chiamato anche chetosi, si verifica molto di frequente, ed entro certi limiti, ossia quando è un normale processo fisiologico, non deve destare preoccupazione. Diverso è il caso quando si presenta di continuo e in forma aggressiva, perchè potrebbe essere il campanello d’allarme di una situazione più complessa o comunque da risolvere.
I sintomi
I sintomi dell’acetone sono abbastanza chiari e vedono la comparsa di vomito irrefrenabile che porta anche mal di testa, dolori addominali, lingua asciutta, respiro profondo e frequente.
Solitamente, quando la malattia è in corso i piccoli non mangiano e hanno l’alito di un odore particolare, molto pungente, così come l’urina.
Le cause
L’acetone nei bambini si forma quando l’organismo, per fornire energia a tutto il corpo e soprattutto a cervello e cuore, dopo aver consumato tutti i carboidrati, si appresta a consumare anche i grassi e lipidi. In questa condizione si ha la creazione di corpi chetonici che vengono espulsi dalle vie urinarie, dai reni o dai polmoni, ed è per questo che alito e pipì assumono un odore tipico di frutta marcia.
Esso si manifesta soprattutto durante la prima infanzia, andando a risolversi intorno ai 12 anni di età.
Per causare questa condizione basta anche semplicemente un episodio di vomito o le ore di digiuno notturno. In altri casi può manifestarsi in caso di un’attività fisica molto intensa o prolungata o di un’influenza che ha reso inappetente per qualche giorno il bambino.
Ma non mancano anche i casi di un’alimentazione squilibrata perchè ricca di grassi animali, condimenti pesanti o cioccolato.
Ultima ipotesi che va approfondita necessariamente è che l’acetone potrebbe essere un sintomo di diabete infantile o di malattie congenite del metabolismo.
La diagnosi
Se l’acetone dura più di 2/3 giorni è consigliabile una visita pediatrica, soprattutto se si presenta in forma aggressiva ossia accompagnato da febbre, vomito e mal di pancia.
Per verificare lo stato della malattia verrà data l’indicazione di raccogliere qualche goccia di urina e effettuare il test con le strisce reattive che si acquistano in farmacia. In pochi secondi le strisce mostreranno o meno la presenza della malattia.
La cura
Una volta appurato che il bambino soffre di questo disturbo, l’alimentazione assumerà una grande importanza e la dieta del bambino dovrà essere tenuta sotto controllo in modo da facilitare la guarigione.
Come primo rimedio è utile offrire al bambino un bicchiere di acqua e zucchero, la cui disponibilità fa diminuire l’eccesso di acetone nell’organismo. In alternativa si può ricorrere anche a camomilla dolcificata con il miele o i succhi di frutta. Ottimo primo intervento anche da parte di alcune fonti di carboidrati come i biscotti per la prima infanzia.
Cosa mangiare
La dieta di un bambino con problemi di acetone deve essere povera di alimenti ricchi di grassi animali, e ricca di carboidrati complessi, ma anche di legumi, frutta e verdura, carni bianche e pesce.
Cibi si:
- Latte parzialmente scremato, latte scremato e yogurt magro
- Pane e fette biscottate
- Marmellata e miele
- Frutta
- Camomilla e tè
- Succhi di frutta
- Pasta, riso e semolino
- Brodo vegetale
- Carni bianche come pollo, vitello, coniglio, tacchino ai ferri o lessati
- Pesce
- Verdure lessate, cotte a vapore o crude
- Legumi
- Olio extravergine di oliva
Cibi no:
- Latte intero, yogurt intero, gelato e burro
- Cioccolata
- Biscotti frollini, brioches e merendine
- Carni rosse
- Insaccati e salumi
- Uova
- Formaggi
- Fritti
- Panna, creme e maionese
Parole di Anna Franceschi