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Attualità

Inps, addio all’assegno sociale: dal prossimo anno cambiano le regole per tutti

Non arrivano purtroppo buone notizie per molti cittadini: a partire dal prossimo anno, il 2026, sono destinate a cambiare diverse cose e pare proprio ci saranno novità anche per l’assegno sociale, destinato a tutte quelle persone in difficoltà economiche (italiani e stranieri residenti in Italia) che non hanno diritto alla pensione di vecchiaia, ma che si trovano comunque in condizioni svantaggiate.

Al momento, in questo 2025, ne possono usufruire tutti quei cittadini (italiani o residenti in Italia da almeno 10 anni, in maniera continuativa) con redditi inferiori alla soglia minima e almeno 67 anni di età; l’importo mensile dell’assegno è di 538,69 euro, con l’assegno (non soggetto a Irpef) che viene pagato per 13 mensilità.

A partire dal 2026, in ogni caso, potrebbero esserci una serie di riforme e cambiamenti che, in sostanza, portano all’eliminazione dell’assegno sociale: ecco cosa succederà, il nuovo contesto potrebbe riguardare tantissime persone.

Addio all’assegno sociale nel 2026: la novità sulla pensione di vecchiaia

Come riportato da investireoggi.it, il 2026 potrebbe introdurre una grande novità: la pensione di vecchiaia potrebbe diventare accessibile per tutti, anche per chi oggi non ci rientra per via del calcolo dei contributi.  Chi ha già versamenti prima del 31 dicembre 1995, ad oggi, non può accedere alla pensione a 64 anni (con 20 anni di contributi); la misura è infatti esclusiva per chi è nel sistema contributivo puro, e non nel misto. Con il cambiamento delle regole, di cui si sta discutendo, si sbloccherebbe l’accesso anche ai misti, chi ha versato prima del 1996 e anche dopo.

Addio all’assegno sociale nel 2026: la novità sulla pensione di vecchiaia – pourfemme.it

Questo cambiamento è frutto anche di quanto espressamente dichiarato dalla Consulta, che ha sottolineato l’incostituzionalità di alcune norme penalizzati tutti quei lavoratori che hanno versato contributi prima del 1995. La Corte Costituzionale, sempre come riporta la fonte,  ha  stabilito che anche questo tipo di lavoratori hanno diritto alle maggiorazioni e all’integrazione al trattamento minimo.

A questo punto, qualora davvero i lavoratori che hanno versato contributi venissero trattati allo stesso modo (eliminando il vincolo del 1996), la pensione contributiva di vecchiaia potrebbe quindi essere accessibile per tutti, fatti salvi i 5 anni di contributi.

Il nuovo sistema saluterebbe definitivamente l’assegno sociale, misura nata proprio per compensare questo squilibrio; raggiunti i 71 anni, si potrebbe accedere direttamente alla pensione classica, avendo così un sostegno economico anche dopo l’uscita dal mondo del lavoro. Per ulteriori aggiornamenti e dettagli specifici su come si deciderà di procedere, in ogni caso, dobbiamo ancora aspettare comunicazioni ufficiali, in arrivo probabilmente nei prossimi mesi.

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Manuel