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Assegno di Inclusione 2025, puoi averlo se fai subito così: non perdere l’occasione

Assegno di Inclusione 2025, questa è una delle tante misure che lo Stato ha concepito e che destina a coloro che più necessitano di un aiuto in ambito economico, come contrasto alla povertà ed in sostegno delle fasce socialmente e finanziariamente più deboli. Noto anche come ADI, l’Assegno di Inclusione 2025 è entrato in vigore in via ufficiale il 3 luglio del 2023 sulla carta, per poi fare il suo esordio a gennaio del 2024. L’Assegno di Inclusione 2025 torna anche ora, come base forte per inserimento sociale, formazione, lavoro e politiche attive del lavoro.

E può essere percepito da coloro che hanno bisogno proprio di questi aspetti, come forma di integrazione e di completamento per un quadro generale che altrimenti si rivelerebbe non soddisfacente. Sono due le parti costitutive dell’ADI: una come forma di integrazione del reddito di famiglia fino ad una specifica soglia ed una che è invece concepita per le famiglie che risiedono in locazione con un contratto registrato. Che cosa serve per percepire l’ADI 2025?

Come avere l’Assegno di Inclusione 2025?

Sono richiesti, come requisiti necessari per l’ottenimento di questo sostegno, che uno dei componenti del nucleo familiare avanzi domanda. E che siano presenti membri affetti da disabilità, oppure over 60 o minorenni, o persone in condizioni di svantaggio. Inoltre è necessario che i destinatari siano cittadini di nazionalità italiana oppure stranieri extracomunitari dotati di regolare diritto di soggiorno.

Oppure cittadini dell’Unione Europea, od extracomunitari muniti di protezione internazionale. E bisogna, per gli stranieri, risiedere da almeno cinque anni in Italia, dei quali in maniera continuativa per gli ultimi due, senza assenze prolungate dal territorio.

Ci sono anche altri criteri da dovere rispettare per l’ottenimento dell’ADI:

  1. ISEE non superiore a 10.140 euro.
  2. Reddito familiare più basso di 6.500 euro annui, con soglie differenti per nuclei che includono anziani e persone con disabilità
  3. Patrimonio immobiliare e mobiliare di rispettivamente non più di 150.000 euro ed un patrimonio mobiliare variabile in base al nucleo
  4. Assenza di condanne definitive almeno negli ultimi dieci anni
  5. Assenza di misure cautelari personali.
  6. Obbligo di una occupazione nel caso di dimissioni volontarie avvenute nei dodici mesi precedenti, ad eccezione di giustificazioni ritenute valide.

Come si fa una domanda ADI?

La domanda va presentata all’INPS tramite l’apposita sezione presente sul sito web dell’Ente. Oppure rivolgendosi ad un patronato CAF (e se ti chiedono dei soldi non ne hanno diritto, non farti fregare) o centri di assistenza fiscale. Una volta fatta domanda, occorre registrarsi alla SIISL, la piattaforma di inclusione sociale e lavorativa e sottoscrivere il Patto di attivazione digitale (PAD).

Il bonus relativo viene erogato a partire dal mese successivo a ciò ed è compatibile con attività lavorative, che però vanno rese note all’INPS. Nota bene che, qualora il reddito superi i 3.000 euro annui, il beneficio può essere soggetto a riduzione o addirittura sospeso.

Ed entro i 120 giorni successivi alla sottoscrizione del PAD è obbligatorio presenziare ad un colloquio al cospetto dei servizi sociali. Se non lo fai, rischi la sospensione dell’ADI a tuo beneficio con effetto immediato. Per i componenti maggiorenni del nucleo familiare sono poi tenuti a seguire un iter di attivazione al lavoro. Invece coloro affetti da condizioni di svantaggio possono richiedere una adesione a titolo volontario.

Published by
Salvatore Lavino