Per le coppie gay in Italia stessi diritti degli etero, ma ora tocca alla politica

La Corte di Cassazione ha emanato una sentenza storica che riconosce alle coppie gay gli stessi diditirri degli etero, anche sposati. Sta adesso al Parlamento Recepire il messaggio e trasformarlo in legge perchè tutto non si concluda con un niente di fatto.

Per le coppie gay in Italia stessi diritti degli etero, ma ora tocca alla politica

C’era una volta la mamma e c’era una volta il papà. Oggi c’è ancora la mamma e c’è ancora il papà. Ma capita a volte che ci siano due mamme o due papà. Uomini e donne dello stesso stesso sesso che si amano e decidono di costruire qualcosa insieme. Unioni che sono una realtà da anni ormai, ma che lo Stato italiano ha sempre ignorato. Non solo, le ha anche ostacolate, contrastate, boicottate. Coppie passate in sordina, relegate nell’oblio della dimenticanza comune. Perché questo è il triste destino riservato a tutti coloro che non sono negli onori della cronaca. Se non parlo di te, non esisti. Ma non è così. Perché mentre politici (non tutti per fortuna), perbenisti e benpensanti che tanto assomigliano ai signorotti d’Ottocento accuratamente evitano di affrontare argomenti scomodi, le coppie omosessuali vanno avanti nella loro normale e silenziosa quotidianità, fatta di spese al supermercato, pulizie domestiche e cene con gli amici.

Capita però che anche nel silenzio dell’opinione pubblica talvolta qualcosa si muova. Un piccolo disturbante rumore che scuote il torpore dei perbenisti assonnati e quasi disturba quelli che volevano furbescamente che il silenzio regnasse ancora. E anche stavolta è successo. Ma non si è trattato di un sassolino caduto dalla collina, ma di enorme masso venuto giù da una montagna. La Corte di Cassazione ha emanato una sentenza destinata a fare storia nella giurisprudenza italiana.
Se da un lato esclude il matrimonio per le coppie gay, dall’altro lato la Corte riconosce il sacrosanto diritto di “vivere liberamente una condizione di coppia”, aprendo addirittura la possibilità di un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”. Come a dire: niente marito e marito (o moglie e moglie), ma una coppia con pari dignità e diritti di tutte le altre, anche sposate.

Prima i fatti, poi le riflessioni. Una coppia gay romana si era sposata in Olanda (Paese in cui evidentemente anche i più arretrati signorotti hanno ceduto il passo a cittadini aperti e disponibili a realtà diverse dalle loro) e aveva chiesto la trascrizione del matrimonio al comune di Latina. L’ente si è però rifiutato di riconoscere l’atto e i due si sono allora rivolti al Tribunale e alla Corte d’Appello di Roma. Dopo due ricorsi, la Corte di Cassazione (ultimo grado di giudizio e quindi fonte inappellabile) si è espressa con una sentenza spartiacque tra i famosi signorotti d’Ottocento e il riconoscimento di ciò che già esiste, anche se volutamente disconosciuto dalla sfera pubblica. La Corte ha sì negato la possibilità di un matrimonio gay, ma ha riconosciuto l’inviolabile e più che legittimo diritto di qualunque coppia di essere considerata tale, senza alcuna discriminazione di sesso rispetto ad altre coppie, anche coniugate.

Cadono in questo modo vecchi e logorati tabù che distinguevano coppie di serie A da quelle di serie B, che erano ormai diventati baluardi dietro cui si nascondevano quanti credevano (e credono ancora) che l’amore avesse sesso, razza ed età. Non è così. Non esiste un sesso, non esiste discriminazione, non esistono distinzioni. Un uomo può innamorarsi di un uomo e deve essere libero di amare il suo compagno come un marito che ama la moglie. E soprattutto ha diritto di avere le stesse identiche tutele legali di ogni coppia sposata e cosiddetta normale.

Per la prima volta in Italia un’istituzione suprema come la Corte di Cassazione ha preso posizione su un argomento tanto delicato. In risposta a quanti credono (e annunciano a mari e monti) che il matrimonio per i gay è solo un traguardo da raggiungere, la sentenza della Corte ha riconosciuto alle coppie omosessuali gli stessi identici diritti di una qualunque coppia sposata. Il significato di questa decisione è quindi ben più profondo di un no alle nozze gay. Si tratta di una vera e propria conquista per tutta la comunità LGBT: le persone che si amano non possono essere discriminate perché composte da due uomini e due donne.

Tutte le coppie in quanto tali hanno diritto alle stesse tutele a prescindere dal loro status o dal loro sesso. E poco importa se in Italia due gay o due lesbiche non possono sposarsi (o almeno, non ancora), ciò che conta è che anche a loro siano riconosciuti pari dignità e pari tutela legale di una qualunque coppia eterosessuale sposata.

Il difficile però viene adesso. La sentenza della Corte di Cassazione sancisce solo un diritto fondamentale. Tocca ora al Parlamento recepire il messaggio e trasformarlo in legge. Se alla posizione espressa ieri dalla Corte non seguiranno passi veri e concreti verso un riconoscimento ufficiale dei diritti delle coppie gay, si tratterà dell’ennesima “italianata” nata solo per destare scalpore e nulla di più.

Parole di Simona Cardillo