I linfonodi del collo ingrossati sono un sintomo d’allarme del nostro organismo e spesso fonte di preoccupazione: è comune pensare che la causa sia la presenza di un tumore o di una malattia autoimmune, ma non sempre è così. Più spesso il gonfiore del collo è provocato da un’infiammazione, che può accompagnarsi ad altri sintomi, come la febbre o il dolore. Tener sotto controllo i propri linfonodi sul collo è dunque di fondamentale importanza, così come conoscere i rimedi possibili per curare il problema e le cause che provocano l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche. A tal proposito, potete dare uno sguardo al nostro approfondimento che spiega il perché dei linfonodi ingrossati. Ma ora torniamo ai linfonodi gonfi sul collo.
I linfonodi, noti anche come ghiandole linfatiche, sono una parte importante del sistema immunitario. Si tratta di organi di piccole dimensioni dalla forma rotonda, simili a masse globose di grandezza variabile, ma visibili e palpabili solo quando sono ingrossati o gonfi.
I linfonodi del collo destro o sinistro, nonostante siano più superficiali, non sono visibili o palpabili, a meno che non si ingrossino per qualche motivo. Collegati tra di loro dai cosiddetti vasi linfatici, i linfonodi cervicali (così come gli altri) sono i diretti responsabili del filtraggio del sangue e della difesa immunologica per la loro specifica area di appartenenza.
Ai linfonodi del collo appartengono tutta una serie di ghiandole linfonodali predisposte lungo tutta la regione di collo e capo.
Nello specifico, scopriamo l’esatta posizione dei linfonodi sul collo, sapendo che la loro classificazione riguarda la collocazione anatomica.
All’interno del collo e della testa sono collocati i:
I linfonodi del collo sono reattivi quando si ingrossano o diventano doloranti, polarizzando così l’attenzione sulla loro presenza, che normalmente passa del tutto inosservata. La loro reazione è semplicemente un campanello d’allarme per sottolineare che nell’organismo è in atto un attacco da parte di possibili infezioni, infiammazioni o, peggio, cellule cancerose.
Ovviamente, diventando reattivi denotano sempre la presenza di un possible problema di salute, che dev’essere indagato al più presto. Un linfonodo reattivo non sempre, anzi raramente, è maligno, cioè sintomo di tumore.
I linfonodi ingrossati e dolenti, generalmente, lo sono quando non vi è una causa grave sottostante; è “peggio” quando non si sente nessun dolore alla palpazione.
Ma quello a cui bisogna davvero prestare attenzione è la velocità dell’ingrossamento dei linfonodi del collo. Quest’ultimo si divide in “acuto” e “graduale”. Nel primo caso, i linfonodi sul collo si ingrossano in maniera improvvisa e repentina, cioè molto veloce. Ciò, nella maggior parte dei casi, sta a indicare che non c’è da preoccuparsi: probabilmente la causa è un trauma o un’infezione.
Se, al contrario, l’ingrossamento dei linfonodi del collo è graduale, cioè lento nel tempo, è meglio indagare con il proprio medico. La crescita lenta del linfonodo potrebbe derivare dalla crescita e dalla proliferazione di un tumore, sia esso benigno o maligno.
Un linfonodo ingrossato sul collo (o altrove) è il principale segnale che qualcosa non va all’interno dell’organismo. I sintomi causati dal gonfiore ghiandolare possono essere molteplici e variano in base alla causa scatenante. A seconda della causa all’origine dell’ingrossamento, i linfonodi possono variare di forma e consistenza, presentandosi gommosi, teneri o duri.
La sintomatologia più comune riferita a dei linfonodi infiammati sul collo riguarda la comparsa dei seguenti sintomi:
I sintomi legati al gonfiore al collo si accompagnano all’ingrossamento vero e proprio del linfonodo, oltre a quelli già precedentemente citati, possono esserci anche sintomi più significativi e clinicamente rilevanti.
Ecco i principali:
I linfonodi possono rimanere gonfi o duri anche dopo la scomparsa dell’infezione iniziale. I linfonodi del collo dei bambini ad esempio subiscono in particolare questo effetto e le ghiandole possono ridursi di dimensioni pur restando fisse e visibili per molte settimane.
L’ingrossamento dei linfonodi nel collo o sotto la mascella è sicuramente quello più comune. In genere, possono rappresentare un’infezione intorno a quell’area, come un’infiammazione orale o dentale, oppure può trattarsi di infezioni, più o meno serie, delle vie respiratorie superiori.
La maggior parte delle cause delle ghiandole del collo gonfie in quest’area sono benigne, ma come abbiamo visto possono anche essere un campanello d’allarme per un tumore.
Quando le ghiandole linfatiche si ingrossano per un’infiammazione, spesso in risposta a batteri, virus o funghi, si parla di “linfoadenite”. Questa condizione medica può verificarsi a causa di infezioni della pelle o di altri malattie a seguito della proliferazioni di batteri come lo streptococco o lo stafilococco. A volte, invece, è conseguenza di patologie infettive come tubercolosi o toxoplasmosi, pericolosa specialmente il gravidanza.
I linfonodi ingrossati dietro l’orecchio possono corrispondere a un’infezione intorno al cuoio capelluto, o probabilmente a un’infezione oculare.
Le più frequenti cause dell’ingrossamento dei linfonodi sul collo sono:
Più preoccupanti, però, possono essere altre patologie che hanno la capacità di manifestarsi con l’ingrossamento dei linfonodi del collo e non solo. Tra questi troviamo il linfoma non Hodgkin, un tumore maligno che prende origine dal tessuto linfatico, e il linfoma di Hodgkin, una forma rara di linfoma, caratterizzato dalla presenza di particolari cellule tumorali giganti, dette cellule di Reed-Sternberg, che si originano prima nei linfonodi e possono poi diffondersi ad altri organi.
Inoltre, la condizione dei linfonodi del collo gonfi può avere origine anche da leucemia, da un tumore alla gola o alla laringe o da linfomi (più tumori del sistema linfonodale).
Il problema sorge soprattutto quando cioè le cellule di un tumore si “staccano” da quest’ultimo e si diffondono nel corpo attraverso il sistema linfatico o tramite il sangue. Se queste cellule viaggiano nel sistema linfatico possono raggiungere i linfonodi, anche del collo, e proliferare. Questa diffusione del cancro in una nuova parte del corpo è chiamata metastasi.
Per capire quanto sia diffuso un tumore, viene preso in esame il “linfonodo sentinella”, cioè il primo linfonodo a cui è più probabile che le cellule tumorali si siano attaccate. Prelevandolo attraverso una semplice biopsia sarà possibile sapere se il cancro si è spostato nei linfonodi vicini oppure no.
Queste informazioni possono aiutare un medico a determinare lo stadio del tumore ai linfonodi del collo e sviluppare un piano di trattamento appropriato.
Attenzione: la presenza di noduli sul collo, in particolare sopra l’osso del collo, è sempre considerata anomala. Più normalmente ciò è dovuto alla presenza di un’infiammazione nella regione vicina, meno frequentemente a un cancro o a una massa tumorale; NO all’autodiagnosi, però. Andiamo sempre dal medico quando vediamo che il linfonodo gonfio non si riduce in breve tempo!
Seppur raramente, i linfonodi cervicali del collo possono subire un forte o limitato ingrossamento per altre cause, che normalmente non avrebbero nulla a che fare con le ghiandole linfatiche.
Nello specifico, si sono verificati casi in cui i linfonodi diventavano reattivi in presenza di:
Se si percepiscono al tatto dei linfonodi ingrossati, è necessario consultare subito il proprio medico di base. Lui dovrà essere in grado di valutare immediatamente il gonfiore, proporre ulteriori diagnosi o prescrivere la cura più idonea. In genere sono facilmente individuabili a occhio e a mani nude tramite la palpazione dell’area, in questo caso del collo gonfio.
In certi casi, però, il gonfiore al collo può essere meglio osservato attraverso tecniche di imaging, come la TAC (tomografia computerizzata).
A seconda della causa potrà anche rendersi necessaria una visita più specifica da un ematologo o dall’oncologo, soprattutto in caso di linfonodi ingrossati che possono far pensare a delle formazioni neoplastiche.
Se il problema è di origine infettivo, e presenta caratteristiche più gravi della semplice infezione curabile con degli antibiotici, si potrà essere indirizzati da uno specialista di malattie infettive.
Altre volte, invece, serviranno le abilità di un chirurgo per effettuare una biopsia o rimuovere completamente il linfonodo.
Molto spesso, i linfonodi del collo risultano dolenti o gonfi perché attivati per contrastare una semplice infiammazione. In questo caso, identificata la natura e le possibili cause, il medico capirà come sgonfiare i linfonodi del collo e prescriverà una cura antibiotica ed antinfiammatoria per alleviare il dolore.
Nel caso si trattasse di tonsillite, oltre ai farmaci, potrebbe essere necessaria l’asportazione chirurgica delle tonsille, una pratica molto comune, frequentemente utilizzata nei bambini. Invece, per curare i sintomi dell’ascesso dentale la terapia prevede l’uso di farmaci per contrastare l’infezione.
Mononucleosi e toxoplasmosi necessitano soprattutto di pazienza e riposo e, se necessario, di farmaci antipiretici per alleviare gli altri sintomi.
Nel caso dei linfomi, invece, la strategia terapeutica, chiaramente, è più complessa e articolata e si basa su farmaci chemioterapici e radioterapia.
Al fine di trattare i linfonodi del collo ingrossati in modo efficace e in breve tempo, è necessario identificare la causa di questo problema. Se all’origine vi è una semplice infezione virale, che non presenta una sintomatologia grave, in abbinamento alle cure prescritte dal medico si possono adottare alcuni rimedi naturali in grado di alleviare il gonfiore del collo.
Uno dei principali rimedi in grado di dare sollievo al collo gonfio è la pressione riscaldante. Per trattare in modo naturali i linfonodi ingrossati e un po’ dolenti è possibile preparare un impacco caldo, immergendo un panno pulito nell’acqua calda e lasciandolo per qualche minuto sulla zona interessata.
Applicando questo rimedio, si sfrutta la temperatura calda per aumentare la circolazione sanguigna. Di conseguenza, un impacco caldo può dare un significativo sollievo dal dolore e dal gonfiore delle ghiandole del collo.
L’olio di menta piperita può rivelarsi utile contro l’ingrossamento dei linfonodi cervicali, grazie alle sue capacità lenitive, riscaldanti e antinfiammatorie. Inoltre, possiede importanti sostanze nutritive, come ferro, manganese, magnesio, acido folico, calcio, rame e potassio, vitamina A, acidi grassi omega 3 e vitamina C, in grado di contrastare la proliferazione di batteri, alleviare il dolore e il rossore diffuso, e normalizzare la condizione delle ghiandole del collo.
Per far in modo che l’olio venga bene assorbito dalla pelle è necessario massaggiare poche gocce di menta piperita, aggiunto a un olio vettore, per diversi minuti, in modo concentrico.
L’olio di cocco è noto per le sue proprietà straordinariamente idratanti. Pertanto, sia l’applicazione che il consumo di olio di cocco possono contribuire a migliorare il processo di guarigione dell’ingrossamento dei linfonodi.
Inoltre, l’olio di cocco possiede diverse proprietà antibatteriche, antivirali e antiinfiammatorie, in grado di contrastare efficacemente i problemi ghiandolari.
Grazie all’alto contenuto di sostanze antibatteriche e antiinfiammatorie al suo interno, l’applicazione di aloe vera sui linfonodi gonfi può alleviare il dolore e ridurne l’ingrossamento. Per godere appieno dei suoi benefici basterà procurarsi del gel di aloe vera, spalmarlo sulla zona colpita dal gonfiore, coprirla con un pezzo di stoffa e lasciarlo in posa per 20-30 minuti, così da farlo assorbire.
Il trattamento può essere ripetuto due o tre volte alla settimana.
Sia l’olio essenziale di lavanda che il tea tree oil possiedono importanti proprietà antibatteriche, antispasmodiche, antisettiche e antimicrobiche. Pertanto, la combinazione dei due oli, associati ad un olio vettore come quello di mandorle dolci o l’olio di cocco, è efficace nella cura dei linfonodi ingrossati.
Il disturbo può anche essere alleviato, aggiungendo poche gocce dei due oli in una ciotola d’acqua bollente, inspirandone il vapore per una ventina di minuti.
Testi a cura di: Veronica Caudullo