Le più belle poesie sui bambini appena nati. Ecco alcuni dei versi più celebri perfetti per festeggiare la nascita di un bambino, per accompagnare questo lieto evento con parole uniche, con suoni dolci ed emozioni lievi che solo la poesia dei grandi maestri sanno regalare. Da “Maternità” di Tagore a “Se” di Rudyard Kipling, tra gioco e incanto, sentimenti e commozione: scopriamo le più belle poesie per celebrare la nascita di un bebè, da dedicare ai neo genitori.
Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato? / Domandò il bambino a sua madre.
Ed ella pianse e rise allo stesso tempo e stringendolo al petto gli rispose:
tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio, / tu eri il Suo desiderio.
Tu eri nelle bambole della mia infanzia, / in tutte le mie speranze,
in tutti i miei amori, nella mia vita, / nella vita di mia madre, tu hai vissuto.
Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa / ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo,
e mentre contemplo il tuo viso, l’onda del mistero mi sommerge / perché tu che appartieni a tutti, / tu mi sei stato donato.
E per paura che tu fugga via / ti tengo stretto nel mio cuore.
Quale magia ha dunque affidato il tesoro / del mondo nelle mie esili braccia?
I tuoi figli non sono figli tuoi, / sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo, / ma non li crei.
Persone male informate / O più bugiarde del diavolo
Dicono che tu sei nato / Sotto a una foglia di cavolo!
Altri maligni invece / Sostengono senza vergogna
Che sei venuto al mondo / A bordo di una cicogna!
Se riesci a conservare il controllo quando tutti / Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti / Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare, / O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall’odio, / E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone; / Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina / E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto / Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante, / E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite / E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio / E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi / A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro / Tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”.
Ti ho generato col solo pensiero figlio / e non sei mai sceso nel mio corpo come una buona rugiada.
Però sei diventato un’ape laboriosa, hai fecondato tutto il mio corpo / e a mia volta son diventato tuo figlio, figlio del tuo pensiero.
Forse, quando morirò, partorirò tutta la dolcezza che mi hai messo nel primo sguardo / perché figlio, ti ho guardato a lungo, ma non ti ho mai conosciuto.
Figlio figlio mio sognato, figlio ti ho solo pensato / non sei mai sceso nel corpo come una buona rugiada / ti ho guardato a lungo, ma non ti ho conosciuto mai.