Oggi vi presento la storia delle Maschere di Carnevale, i costumi che conosciamo sin da bambini e che nella tradizione hanno una loro storia, sono dei veri personaggi. Le maschere hanno origini molto lontane e si possono già ritrovare nell’antichità, all’inizio servivano per i riti religiosi, poi sono state usate per le rappresentazioni teatrali per dare carattere al personaggio. Oggi vediamo le storie di alcune maschere di Carnevale: Arlecchino, Balanzone, Brighella e Colombina. Le altre ve le presenterò nei prossimi giorni.
Arlecchino Arlecchino è nato nella
Bergamo altaè poco intelligente, è un po’
sciocco e credulone. Ricopre spesso il ruolo di servo umile e del facchino ma è una maschera
acrobatica e con la gestualità complessa. E’ la maschera bergamasca per eccellenza, infatti anche il
dialetto è molto complesso.
Balanzone Il dottor Balanzone è un personaggio simpaticissimo, un comico che si fa chiamare “dottore” e che passa dall’essere un
medico all’essere un
notaio. Balanzone è la maschera di
Bologna ed è presuntuosa, superba, amante degli sproloqui e delle prediche nelle quali non mancano mai delle improbabili
citazioni in latino quasi sempre fuori posto.
Brighella Anche Brighella è una maschera di Bergamo, ma della parte bassa, al contrario di Arlecchino è un servo
astuto,
ingegnoso, che sa aiutare e ingannare il padrone. Ricopre vari lavori tra cui oste, soldato, primo servitore o ladro patentato ma la sua caratteristica principale è la
furbizia. Parla anche lui in dialetto bergamasco e risulta molto simpatico.
Colombina Colombina è l’unica maschera femminile ed
è tipica della città di Venezia. Colombina è vivace, graziosa,
bugiarda e parla
veneziano, è molto affezionata alla sua signora e per renderla felice è disposta a fare di tutto, imbrogli compresi. Colombina
schiaffeggia tutti quelli che osano importunarla.