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Lifestyle

Non serve la Danimarca: così puoi portare l’effetto hygge a casa tua

L’idea di casa è cambiata. Negli ultimi anni abbiamo imparato a viverla davvero, e per molti il comfort è una necessità. Ci si rifugia tra mura che devono accogliere, non solo ospitare. È qui che entra in gioco il concetto di hygge, quella parola danese intraducibile che racchiude il senso del sentirsi bene, in pace, protetti. Non ha a che fare con l’estetica perfetta da copertina, ma con la sensazione che un ambiente trasmette: calore, equilibrio, armonia.

È un modo di abitare che nasce in Scandinavia ma che oggi si adatta benissimo anche alle nostre case mediterranee, dove la luce, il colore e la convivialità sono parte del DNA. Non serve trasferirsi a Copenhagen per creare un angolo hygge. Bastano piccole scelte consapevoli e una visione diversa dello spazio. Meik Wiking, direttore dell’Happiness Research Institute, lo descrive come “un modo per trasformare le case in luoghi dove vivere, non solo abitare”.

Il suo libro My Hygge Home è diventato una sorta di guida contemporanea al benessere domestico. Ma non è un manuale di design: è un invito a rallentare, a semplificare, a costruire ambienti che rispecchiano chi siamo davvero. L’arredamento, in questa visione, diventa una forma di cura quotidiana, una coccola costante che parte dal divano e arriva fino alle piccole abitudini del mattino.

La base dello stile hygge: ordine, luce e spazi che respirano

Il primo passo per rendere una casa davvero hygge è alleggerirla. Non serve avere grandi ambienti, ma spazi che respirano. Secondo Wiking, il disordine è una delle principali fonti di stress domestico, e la sensazione di calma nasce da ciò che non si vede tanto quanto da ciò che si mostra.

Eliminare il superfluo non è un gesto estetico, ma psicologico: libera lo sguardo e alleggerisce la mente. Una casa piccola può essere più accogliente di una grande se i mobili sono proporzionati e la disposizione è studiata. Il segreto è la spaziosità percepita, non quella reale.

La base dello stile hygge: ordine, luce e spazi che respirano – foto westwing.it – Pourfemme.it

La luce naturale è un altro pilastro. I danesi la considerano quasi una medicina per l’umore, e hanno ragione: una finestra libera, un angolo lettura vicino alla vetrata o tende leggere che filtrano appena il sole cambiano completamente la percezione di una stanza. La luce diretta sul tavolo da pranzo o le lampade diffuse in salotto creano intimità, mai rigidità. L’illuminazione, nello stile hygge, non serve solo a vedere, ma a vivere meglio.

Tessuti, forme e colori: il calore che si costruisce con le mani

Il cuore dello stile hygge è la sensazione tattile. È il piacere di affondare le mani in una coperta, di camminare scalzi su un tappeto morbido, di sedersi su un divano che invita a restare.

Tessuti come lana, lino, velluto o cotone spesso sono i protagonisti: materiali naturali, caldi e imperfetti, capaci di rendere accogliente qualsiasi ambiente. Wiking dice che “una casa è davvero hygge quando, se inciampi, cadi sul morbido” — e non serve altro per capire la filosofia.

Tessuti, forme e colori: il calore che si costruisce con le mani – foto westwing.it – Pourfemme.it

I colori, invece, sono una questione di equilibrio. Toni neutri, beige, grigi caldi e bianco panna funzionano da base, ma non mancano accenti più vivi. Una poltrona color senape, un plaid ruggine o un vaso verde salvia aggiungono calore senza stridere.

Ogni tonalità serve a evocare una stagione interiore, un’emozione precisa. Anche la disposizione dei tessuti conta: coperte sovrapposte, cuscini in diverse texture, tappeti su tappeti. Non per eccesso, ma per stratificazione affettiva.

La casa che parla di te: oggetti, rituali e piccoli gesti quotidiani

Lo stile hygge non si compra, si costruisce con il tempo. È fatto di abitudini, ricordi, oggetti che raccontano chi siamo. Wiking invita a “riempire la casa della propria presenza”, perché un ambiente personale è un ambiente felice.

Non serve avere pezzi di design: basta un tavolo rotondo per riunire gli amici, una candela accesa per scaldare la sera, una pianta che cresce piano e ci ricorda di rallentare. L’hygge vive nei dettagli quotidiani, in quella tazza di tè bevuta senza fretta o nella coperta lasciata sul divano dopo un film.

La casa che parla di te: oggetti, rituali e piccoli gesti quotidiani – foto westwing.it – Pourfemme.it

La cucina, più di ogni altro spazio, diventa il cuore di questa filosofia. È il luogo in cui si impasta, si condivide, si chiacchiera con lentezza. Anche un piccolo balcone può trasformarsi in un angolo hygge: qualche pianta in vaso, una sedia comoda e una luce calda bastano per creare un microcosmo di serenità. E se c’è una regola, è questa: la casa deve rassicurare, non impressionare. Deve farci respirare, non esibire.

Alla fine, il segreto dello stile hygge non è un insieme di oggetti, ma un atteggiamento. È il modo in cui si abita lo spazio, la gentilezza con cui si accolgono le cose e le persone. È l’idea che una casa non deve essere perfetta, ma sentita. Ed è forse per questo che non serve la Danimarca: basta un po’ di attenzione, qualche luce soffusa e la voglia di stare bene, davvero, dove si è.

Published by
Rosa Liccardo