
La sicurezza e le consistenze: i primi passi
Prima di definire quali alimenti proporre, è cruciale comprendere come offrirli. Nell’approccio dell’autosvezzamento, la sicurezza è prioritaria. Gli alimenti devono avere una consistenza tale da poter essere facilmente schiacciati tra le dita dell’adulto (e quindi tra le gengive del bambino) o una durezza tale da impedirne il distacco di pezzi (come una carota cruda intera usata solo per la suzione, sotto stretta vigilanza). I formati ideali all’inizio sono i bastoncini (circa della grandezza di un dito di adulto) che il bambino può afferrare con il pugno (presa palmare). Si evitano forme tonde e piccole (come acini d’uva interi o pomodorini) per il rischio di soffocamento, preferendo tagli a spicchi o quarti.
Esempi di pasti equilibrati e varietà
Il grande vantaggio di questo percorso di svezzamento è la condivisione. Il bambino mangia, in versione adattata, ciò che mangiano i genitori. Un pasto equilibrato dovrebbe includere una fonte di carboidrati, una di proteine e una di grassi buoni, oltre a frutta e verdura. Esempi pratici possono essere: bastoncini di polenta morbida (carboidrato) accompagnati da lenticchie rosse ben cotte e schiacciate (proteina vegetale) e cimette di broccoli al vapore (verdura). Oppure, striscioline di frittata (proteina animale) con pezzetti di pane morbido o patata dolce al forno (carboidrato) e falde di peperone cotto e spellato (verdura). Anche la pasta, in formati gestibili come fusilli o rigatoni, condita con un sugo semplice di verdure o un pesto senza aglio, è un’ottima opzione.
L’importanza dell’esposizione ai sapori
Questo metodo facilita enormemente l’esposizione a un ventaglio di sapori molto ampio fin dalle prime settimane. Il bambino non assaggia solo sapori isolati, ma combinazioni complesse, abituando il palato a gusti diversi da quelli dolci o neutri delle prime puree. Proporre spezie ed erbe aromatiche (come basilico, origano, menta) nei condimenti, anziché il sale, arricchisce l’esperienza sensoriale. Questa esposizione precoce e ripetuta a sapori differenti sembra essere correlata a una minore incidenza di neofobia (la paura di cibi nuovi) negli anni successivi, promuovendo un rapporto più sereno e curioso con l’alimentazione.
Alimenti da evitare o posticipare
La condivisione del pasto familiare richiede un’attenzione specifica: il piatto dell’adulto deve essere adattato alle esigenze del lattante. Ciò significa eliminare totalmente il sale aggiunto nelle preparazioni, poiché i reni dei bambini non sono ancora maturi per gestirlo. Allo stesso modo, lo zucchero (dolci, bevande zuccherate) è da evitare. Il miele è tassativamente vietato prima dei 12 mesi per il rischio di botulismo infantile. È opportuno anche posticipare l’introduzione di latte vaccino come bevanda (consentito invece in piccole quantità nelle preparazioni) e prestare cautela con alimenti duri e fibrosi (come certi tagli di carne) o verdure crude e croccanti (come la carota cruda a pezzi).