Foto Shuttterstock | Dean Drobot
Se da un lato la skincare alla coreana è diventata di moda, dall’altro si è sviluppata una controtendenza decisamente opposta: lo skinimalism. In tempi recenti c’è stato un vero e proprio boom di attenzioni nei confronti di prodotti e tecniche per migliorare la pelle del viso, spesso provata dal troppo tempo al chiuso per la pandemia o dall’uso della mascherina.
In tante si sono appassionate alla skincare coreana, fatta di tanti step e altrettanti prodotti, salvo poi non avere la costanza di usarli o scoprire che sono inadatti al tipo di pelle.
Ecco che emerge una certa voglia di minimalismo anche per quanto riguarda i prodotti cosmetici: servono davvero tutti quei sieri e creme? O è meglio usarne pochi, ma davvero buoni?
Il termine skinimalism nasce su Pinterest, il celebre sito web che aveva già previsto l’avvento del trend nel 2021. Coniato prima in relazione al make-up, contro approcci più “invasivi” , è arrivato a definire anche un nuovo modo di fare skincare.
Racchiude i concetti della n-beauty, ovvero la routine nordica molto essenziale, e della skip-care, nata in Corea del Sud per contrastare quella tradizionale composta da molti prodotti.
Saltare il superfluo potrebbe essere un toccasana per la pelle: utilizzare troppi prodotti, infatti, potrebbe causare irritazioni e occlusione dei pori, allontanandovi dal sogno di un aspetto morbido e vellutato, privo di fastidiosi inestetismi.
Quali siano gli essenziali da inserire nella propria beauty routine dipende soprattutto dalla tipologia di pelle, ma in generale non dovrebbero mai mancare esfoliante, contorno occhi e crema idratante. Questo vale per tutti i tipi, dalla più sensibile a quella mista o grassa. Anche il siero può essere introdotto negli step minimali, magari solo la sera. Quindi… less is more, anche in fatto di prodotti di bellezza!