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Cosa ci dice il narcisismo di Malcom & Marie

Spesso si scherza sull’idea dell’”ambito premio” quando si parla di coppie, relazioni, amore e persone. Netflix, con Malcom & Marie, ha però deciso di andare più a fondo. Nel film i personaggi interpretati da John David Washington e Zendaya ci pongono davanti ad un interrogativo: cosa succede quando una donna è il “premio” di un uomo ossessionato dalla vittoria? E per una notte seguiamo lo sceneggiatore di Hollywood e la sua fidanzata trofeo.

La trama del film Netflix

La trama è semplice: Malcom dimentica di ringraziare la fidanzata, Marie, dopo la proiezione del suo film. Lei si offende, gli animi si infiammano, iniziano i problemi. Soprattutto perché la pellicola è basata sulla battaglia privata di Marie contro la dipendenza.

Come Malcom e Marie interpreta la componente razziale

I protagonisti sono entrambi afroamericani, ma la giovane ragazza ha la pelle chiara (il film è in bianco e nero) e lunghi capelli lisci, tratti della perfetta moglie trofeo.

Il giornale che critica la sceneggiatura di Malcom, poi, è il White L.A. Times che giudica la sua opera un film a sfondo razziale. 

L’amore moderno di Malcom e Marie

Il film comunque riesce a trascendere il tema razziale per addentrarsi nelle difficoltà dell’amore moderno: una relazione spesso tossica di uomini che cercano l’approvazione dal mondo e donne che bramano il consenso maschile.

L’idea malata di mascolinità

Perché la ribelle Marie dovrebbe stare al fianco di Malcom, interpretando lo stesso ruolo di un bel cuscino sul divano? Perché i demoni personali ragazza la spingono ad amare un narcisista spavaldo con il bisogno di sentirsi necessario. Un mostro, forse, o più probabilmente il perfetto prototipo dello scapolo d’oro. Quello che tutte vogliono sposare.

La mascolinità di Malcom è rappresentativa di ciò che ci si aspetta dal “sesso forte” nella nostra società: potere, successo e stoicismo. Le emozioni devono essere represse, gli obiettivi economici e il successo lavorativo sono il culmine di una vita vissuta davvero.

Non fosse altro che questa mascolinità distorta produce ego fragili, ma che non possono essere mostrati. In un vortice di autoaffermazione e insicurezza.

Perché Malcom non è veramente in grado di amare Marie

Attraverso il personaggio di Malcolm, la pellicola ci dimostra il perché dell’incapacità di un uomo siffatto di amare una donna: il protagonista Malcolm ama ciò che le donne fanno per lui, non chi sono. Così una buona partner deve essere accuratamente selezionata sulla base delle parti di lei ritenute desiderabili

Gli uomini che non riescono a lasciare andare

Proprio come sentiamo spesso raccontare, tristemente, Malcolm ama una Marie abbastanza sobria (avendo quasi superato il passato di tossicodipendenza) da essere una mogliettina, ma non abbastanza da allontanarsi.

La ragazza, infatti, tra insicurezze e giovane età, non si è mai sviluppata di per sé, ma vive nelle relazioni sociali. Senza di esse, semplicemente, non esiste. Lo dimostra il momento in cui Malcom la pone al centro del palcoscenico, nel suo film: muore

Se Marie fosse stata completa, se Malcom non fosse stato un egocentrico, la relazione non sarebbe mai nata. Ma lui riempie egoisticamente i vuoti di lei, che pur di sentirsi compiuta lo lascia fare.

Una relazione tossica

Questa non è una relazione, bensì co-dipendenza. Il rapporto umano più tossico che possa crearsi tra due persone, che si basa sul fatto che entrambi, come individui, non bastino.

Il dettaglio dell’attualità

Se già non fosse abbastanza attuale, Malcom & Marie è girato in piena pandemia. Due soggetti in una stanza, soli e insieme, uniti e distanti. Una coppia in quarantena, intrappolata in casa con i propri demoni.

In ultima istanza, quello che emerge dalla pellicola è l’inevitabilità di instaurare rapporti tossici in una società che incoraggia gli uomini a perseguire il potere e le donne a rincorrere l’amore. 

Elena Pavin

Mi chiamo Elena Pavin, classe 1994, ho conseguito il diploma artistico solo prima di scoprire di non voler fare l’architetto né la designer. Così ho cambiato radicalmente i miei piani: all’Università di Milano-Bicocca ho studiato giapponese e mi sono laureata in Comunicazione interculturale, ho terminato i miei studi diplomandomi alla Scuola di Giornalismo. Amante dell’arte, incuriosita dalle tendenze, fanatica dell’enogastronomia (tanto da decidere di diventare sommelier). Nel 2020 ho iniziato a collaborare con Alanews e Deva Connection

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