Ricchi, ricchissimi che si contendono il successo e un bagaglio succulento di flash e attenzioni, anche quando a parlare è l’ignoranza e a tacere sono le buone maniere e il rispetto. Kanye West si è reso protagonista di una disfatta cosmica con la sua maglietta con la scritta “White lives matter”, “Le vite dei bianchi contano”, a ripescare dalle cronache il nome del movimento Black lives matter nato sull’onda dell’indignazione dopo l’omicidio dell’afroamericano George Floyd negli Stati Uniti.
Kanye West, non certo nuovo a provocazioni, stavolta l’ha fatta grossa ma senza pentimento. Così il rapper, che ha cambiato nome e ora preferisce essere Ye, alla Parigi Fashion Week ha presentato la nuova collezione del suo marchio Yeezy S9.
La nota più stonata che potesse suonare è l’aver indossato una maglietta con la scritta “White lives matter“, parodia di “Black lives matter” che ha fatto infuriare il mondo.
Impossibile non scatenare la tempesta: in campo contro West anche l’Anti Defamation League, organizzazione non governativa internazionale ebraica che lo accusa di incitare l’odio. E lui che fa? Si scaglia anche contro una giornalista, Gabriella Karefa-Johnson , “rea” di aver criticato il suo comportamento: “Le magliette che quest’uomo disegna, produce e condivide con il mondo sono pura violenza”. Kanye West l’avrebbe poi derisa sui social, finendo per innescare un nuovo tsunami sulla sua condotta. Kanye West non tornerà con Kim Kardashian e neppure sui suoi passi, così come nel cuore di migliaia di fan che lo avrebbero già “scaricato”.