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“Fat shame”: un libro su peso, accettazione e discriminazione

“Fat Shame: lo stigma del corpo grasso” è un libro che parla del corpo.

Edito in Italia da Tlon e disponibile dal 4 novembre in libreria, è stato scritto dalla studiosa americana Amy Erdman Farrell, docente di Gender Studies al Dickinson College di Carlisle, in Pennsylvania. La sua è un’analisi storica e sociale della percezione delle persone sovrappeso nella società occidentale.

Nel ultimi anni, il dibattito sul corpo è molto acceso: soprattutto le donne, hanno iniziato a riappropriarsene, mettendo in dubbio dogmi, parametri e canoni imposti. Body positivity è un termine che abbiamo imparato a conoscere, è una filosofia che stiamo imparando ad assimilare, ma non è semplice. Vuol dire riprogrammare il nostro sistema di visone del mondo.

“Fat Shame: lo stigma del corpo grasso” ci aiuta proprio a fare questo: a comprendere cos’è la grassofobia e le discriminazioni che subiscono le persone considerate grasse. I pregiudizi, le opinioni taglienti sull’aspetto, gli sguardi di rimprovero, il sottintendere un’inadeguatezza alla vita sociale.

“Fat shame” e la prefazione di Belle di faccia

Potrebbe non essere un libro facile per qualcuno, ma sicuramente è liberatorio: quella che per alcuni è una sofferenza cronica, viene analizzata e destrutturata.

A disegnare la bella copertina e a scrivere la prefazione di “Fat Shame: lo stigma del corpo grasso” dell’edizione italiana è stato il collettivo femminista Belle di faccia, che si occupa proprio di accettazione e body positivity in maniera approfondita e consapevole.

C’è una grossa differenza tra odiare il proprio corpo e vivere in una società che invece odia il tuo corpo. La lettura che per prima ci ha fatte arrivare a questa svolta è stata “Fatshame” di Amy Erdmann Farrell” scrivono su Instagram. Non è un libro che deve dare dignità alla lotta all’accettazione, ma l’esistenza di studi che vanno all’origine del pregiudizio sicuramente aiuta a capire come programmare il cambiamento, dove agire per rivoluzionare il pensiero.

Sei grasso perché sei pigro, indolente, incapace di impegnarti. Sei brutto, imbarazzante, incivile, inadeguato. Chi ha deciso che una persona grassa è tutte queste cose? Perché questi pregiudizi persistono?

Forse i tempi sono maturi anche qui per discutere dello stigma sui corpi grassi e se è questo il momento, questo è il libro che stavamo aspettando“.

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