Il 21 gennaio è la Giornata mondiale degli abbracci. Una ricorrenza di cui, mai come quest’anno abbiamo bisogno.
Festeggiare questa giornata va al di la del gesto di stringere tra le braccia chi si ama, significa anche sostenere chi ci sta vicino e, soprattutto, chi si sta sacrificando per noi.
Durante i mesi del lockdown, e quelli successivi della “socialità limitata”, sono molte le persone che hanno sentito la mancanza e il bisogno di un contatto umano. Chi ha contratto il virus, chi lavori ogni giorno negli ospedali, chi è residente in Rsa o chi vive in solitudine, tutti ne avremmo avuto bisogno. Per questo motivo, oggi, 21 gennaio, è la Giornata mondiale degli abbracci. E dovremmo tutti onorarla.
Nei 12 mesi appena trascorsi più che in qualsiasi altra circostanza della vita, ci siamo accorti di quanto il contatto umano e fisico faccia bene alla mente, allo spirito e all’anima. È risaputo, infatti, che stringersi l’un l’altro permetta al corpo di rilasciare endorfine (le sostanze prodotte dal cervello responsabili del buonumore). Per questo l’abbraccio è considerato terapeutico, perché contribuisce ad alleviare ansie e stress.
Da questa riflessione molte residenze per anziani e ospedali hanno deciso di mandare avanti un’iniziativa apparentemente strana, ma sicuramente necessaria: le stanze degli abbracci.
Sono ambienti protetti e sicuri dove, grazie a teli di plastica trasparente, si possono avvolgere le persone care.
Nonostante risulti particolarmente significativa in questo 2021, la Giornata mondiale dell’abbraccio si festeggia il 21 gennaio sin dal 1986, quando venne istituita.
Ovviamente, per colpa di Covid, questo gesto naturale sta diventando sempre più strano, temuto e persino pericoloso.
Negarsi il contatto, l’abbiamo capito, è un errore. Ma come fare, se proprio non si può? In queste situazioni, le alternative esistono: dalla pet therapy, dove i beneficiari dei nostri abbracci diventano cuccioli e animali, fino all’iniziativa promossa a Milano da Biancolatte Hugs, dove si abbracciano morbidi peluches.
“Il peluche rappresenta l’oggetto che ci riporta all’infanzia, quando non si avevano pensieri né preoccupazioni. L’abbraccio con il peluche va ad agire a livello ormonale abbassando il cortisolo, che è l’ormone dello stress, e consentendo al nostro corpo di rilasciare sostanze benefiche che agevolano la distensione muscolare e l’abbassamento del ritmo cardiaco; il corpo pertanto si rilassa e la mente è più tranquilla“, ha spiegato a Rai dottoressa Marta Di Meo, psicologa e psicoterapeuta esperta in Hug Therapy.