Non è mai facile parlare di cancro. Che sia con il medico o con i propri familiari e amici, non è mai semplice affrontare la malattia e tutto quello che ne consegue. In particolare, c’è un aspetto della vita di tutti che è ancora un tabù quando si parla di cancro: il sesso. Infatti, la sessualità cambia prima e dopo la malattia. In particolare, secondo le indagini condotte fino ad oggi, le donne sembrano risentire di più di questo aspetto, soprattutto quelle colpite da carcinoma mammario o dalle neoplasie ginecologiche.
Proprio per riuscire a provare a sconfiggere questo tabù è nato Sex and the Cancer – quello che le donne non dicono. Il progetto è nato attraverso un convegno rivolto ai professionisti e ha come obiettivo quello di sensibilizzare quante più persone possibili sulla tematica della sessualità in riferimento al cancro.
Oltre a voler sensibilizzare sulla tematica Amalia Vetromile, ideatrice del progetto, vorrebbe che i medici fossero più pronti a parlare della tematica, attraverso una formazione e corretta informazione. Inoltre, l’obiettivo è quello di dare assistenza uguale per tutti in tutta Italia.
Il programma, infine, vorrebbe riuscire a creare una comunità che “diventi un movimento di cambiamento che si batte per il diritto ad avere una sessualità soddisfacente dopo il cancro”, come ha spiegato Vetromile.
La creazione di questo progetto racconta l’importanza di parlare di sessualità e cancro senza vergogna. Poter parlare apertamente di sesso deve smettere di essere un tabù a prescindere, in qualunque condizione ci si trovi. A maggior ragione, però, se si parla di cancro e malattie.
Per questo, durante il convengo sono emersi alcuni effetti collaterali che possono interessare le pazienti che si sottopongono a terapie ormonali. Tra questi ci sono: secchezza vaginale, atrofia e calo della libido. Ma anche: infezioni vaginali e urinarie, irritazione, prurito, minzione dolorosa e dolori nella penetrazione.
Tutte condizioni che ovviamente vanno a influire nella propria sfera sessuale e che andrebbero affrontati senza paura e senza alcuna vergogna, sia attraverso delle cure sia attraverso il supporto, come quello delle persone vicine e dello psicologo o psicoterapeuta.
“Le motivazioni possono essere tante. Le donne pazienti tendono a parlare poco della propria sessualità col medico perché la considerano una sfera intima e privata. Ed è come se si vergognassero di affrontare l’argomento ‘sesso’ mentre sono in terapia oncologica”. A spiegarlo a Repubblica è Lucia Del Mastro, oncologa e membro del direttivo nazionale Associazione italiana oncologia medica.
I medici, a questo punto, dovrebbero essere i primi ad abbattere questo tabù e a parlare di sesso in maniera aperta e tranquilla con le proprie pazienti. Dovrebbero, come spiegato da Del Mastro, “superare l’imbarazzo e la paura di invadere l’intimità delle pazienti e imparare a porre le domande giuste”.
L’oncologa ha infatti spiegato che spesso i medici tendono a concentrarsi sulla malattia delle pazienti, “dimenticandosi” del resto. Motivo per cui diventa poi sempre più difficile riuscire a parlare di cancro e sessualità senza sentirsi a disagio o “fuori luogo”.