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Attualità

La storia del gatto Stepan, in fuga dalla guerra ucraina sognando la pace

Nella Giornata internazionale della felicità, che si celebra il 20 marzo, c’è una storia che vale la pena raccontare per spiegare che nulla, nella vita, è scontato. Proprio come la pace. Il gatto Stepan è una vera e propria star su Instagram, conta centinaia di migliaia di follower nel profilo creato dai suoi padroni e anche lui, come loro e milioni di persone in Ucraina, si è svegliato sotto le bombe di una guerra, quella innescata dalla Russia di Vladimir Putin nel 2022, che non risparmia sogni e cuori. Uccidendo innocenti: donne (abbiamo raccontato il dramma delle donne chiamate al fronte) , bambini, anziani, uomini di buona volontà. E tanti animali.

Stepan è riuscito a salvarsi e il suo viaggio oltre la linea di morte, insieme alla famiglia che lo ha sempre amato, è diventato il diario simbolo di una fuga che si lascia alle spalle un bagaglio denso di coccole e ricordi, e proietta nel presente una domanda senza risposta: perché?.

La storia di Stepan, il gatto simbolo della guerra in Ucraina

Stepan è un amico a quattro zampe come tanti, ma con una storia speciale di amore e speranza sfregiata dalla paura e dalla violenza cieca delle bombe. Fino al 24 febbraio viveva nella sua casa in Ucraina, a Kharkiv, un nido di dolcezza in compagnia della famiglia che lo ha cresciuto. Poi il tuono dei bombardamenti, le fiamme, il crollo delle certezze e la fuga per cercare la salvezza.

Il suo viaggio verso la pace, lontano dalla guerra e dalla furia russa che ha infiammato il suo Paese, è raccontato nel profilo Instagram @loveyoustepan che i suoi padroni avevano aperto per parlare di lui e delle sue marachelle. Una pagina social diventata improvvisamente testimonianza chiave dell’orrore del conflitto tra Mosca e Kiev.

La famiglia di Stepan ha raccontato così, come se fosse lui a descriverla, il drammatico risveglio sotto il fuoco dei missili: “Il 24 febbraio (2002, ndr) , al mattino presto, dormivamo a casa. Alle 5 si è sentita un’esplosione e non ho nemmeno capito cosa fosse. Dopo un po’ altre esplosioni, le finestre tremarono. Sono balzato in piedi e ho capito che stava succedendo qualcosa di terribile! L’attacco e il bombardamento di Kharkiv (soprattutto nella Saltovka settentrionale, dove viviamo). Ci siamo resi conto che la guerra era arrivata a casa nostra“.

Una settimana dopo l’inizio della guerra, la casa di Stepan non esisteva più. Bombardata e distrutta insieme alla vita precedente. “Abbiamo trascorso due notti nel seminterrato e senza elettricità per una settimana. Poi siamo riusciti a lasciare la città. I volontari di Kharkiv ci hanno aiutato portandoci alla stazione ferroviaria…“. Stepan e la sua famiglia hanno raggiunto Leopoli, a ovest del Paese, poi il confine con la Polonia e infine la Francia. Una fuga con un lieto fine, ma solo a metà: stanno tutti bene, ma aspettano il giorno in cui potranno tornare a casa.

Giovanna Tedde

Mi occupo da anni di contenuti web in salsa multicolor: dalla cronaca nera a quella rosa, passando per approfondimenti sull'attualità e una sana dose di buona cucina…

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