Una riunione improvvisa e imprevista di una moltitudine di persone: ecco cosa significa, in breve, il termine inglese “flash mob”, entrato con prepotenza nel vocabolario degli italiani, giovani e meno giovani, negli ultimi anni. È un fenomeno di massa, di costume e, se le cifre non ingannano, anche di gran moda, che ha contagiato tutti, o quasi, è si infiltrato in molti settori, dalla pubblicità, alla musica, fino alla politica. Ecco qualche informazione utile per capire meglio che cos’è e come organizzarlo.
Difficile definirne con certezza i contorni, ma meno arduo darne una definizione generale. Il flash mob, come suggerisce il termine inglese, è una riunione improvvisa, solo in apparenza spontanea, di una moltitudine di persone. Infatti, flash significa improvvisa e mob significa folla, moltitudine.
“I flash mob sono cominciati come un gioioso esperimento sociale che incoraggiasse la spontaneità e i grandi ritrovi per riprendersi temporaneamente le aree pubbliche e commerciali, facendo vedere che questo è possibile” ecco come li definisce l’organizzatore, nel 2003, del primo flash mob, lo statunitense Bill Wasik, redattore della rivista Harper’s Magazine.
Dopo i primi esperimenti, il flsh mob ha preso sempre più piede e forma, confermandosi come un evento, una performance effettuata in pubblico che solitamente stupisce e disorienta chi è presente ma non vi partecipa.
Non esiste un solo tipo di flash mob e nemmeno un solo scopo per cui nasce. Può essere pensato, organizzato e realizzato per puro spettacolo e intrattenimento, per un matrimonio o una festa particolare, ma sempre più spesso ha anche fini pubblicitari, dimostrativi o politici.
Negli anni, si sono visti flash mob di tutti i generi. Ci sono i freeze o frozen flash mob, durante i quali i partecipanti, a un segnale preciso, si fermano, si immobilizzano per poi ricominciare a muoversi a un segnale successivo. Sempre più diffusi anche i silent rave o disco, in cui i le persone coinvolte, munite di cuffie e della propria musica, cominciano a ballare avvolti da un silenzio apparente, la propria musica.
Tra i più famosi e sensazionali flash mob, c’è quello dell’8 settembre 2009, svoltosi a Chicago, durante l’esibizione del Black Eyed Peas, sulle note di uno dei loro pezzi più famosi, la canzone “I gotta feeling”.
Il passaparola in rete, il tam tam su internet, è il vero motore, il cuore pulsante di questa mobilitazione. Infatti, la riunione dei partecipanti o aspiranti tali al flash mob si organizza attraverso i più moderni canali di comunicazione, dai siti internet, ai social network, dagli sms alle mail.