I sintomi del tumore al seno, sono pochi e facilmente riconoscibili; è importante quindi, per le donne, sapere quando il dolore al seno o la presenza di un nodulo al seno possono esser spie di un cancro alla mammella e, soprattutto, a quali esami sottoporsi per riscontrare la presenza di sintomi non visibili. Il tumore al seno o carcinoma mammario è una neoplasia che colpisce quasi esclusivamente le donne, ed è la forma tumorale con un maggior tasso di mortalità femminile.
Le cure possibili sono diverse e includono l’intervento chirurgico, la radioterapia, la chemioterapia, l’ormonoterapia e le terapie biologiche. Il trattamento viene valutato in base allo stadio del tumore, per questo e per diminuire i rischi, è importante sapere cos’è il carcinoma mammario, quali sono i sintomi del tumore al seno e, soprattutto, come fare una corretta prevenzione.
Il seno, una delle parti più caratteristiche del corpo femminile, non è altro che un insieme di strutture ghiandolari, indipendenti l’una dall’altra, e chiamate lobi mammari. In ciascuna mammella vi sono da 15 a 20 lobi. Ogni lobo si divide in un numero variabile di lobi più piccoli, chiamati lobuli, formati a loro volta da un sistema di dotti, detti dotti alveolari.
La trasformazione in cellule maligne avviene quando alcune delle cellule della ghiandola mammaria si moltiplicano in modo incontrollato, sviluppando il tumore al seno. Esso viene di solito classificato in duttale infiltrante ed in lobulare infiltrante, a seconda che origini dalle cellule dell’epitelio dei lobuli o da quelle dei dotti.
Se un tumore rimane localizzato nel dotto o nel lobulo, viene detto carcinoma in situ: invece, un tumore che si diffonde al di fuori di queste ghiandole si definisce carcinoma infiltrante o invasivo.
Il tumore al seno derivato da carcinoma duttale è il tipo più frequente di tumore al seno e rappresenta circa il 75% dei casi di cancro al seno. La sua origine avviene dalle cellule dei dotti, cioè i canalini che conducono il latte al capezzolo.
I sintomi associati a questo tipo di tumore al seno consistono principalmente in:
Il carcinoma lobulare infiltrante si forma dalle cellule dei lobuli e rappresenta il 10–15% di tutti i tumori al seno.
In alcuni casi può colpire più aree all’interno dello stesso seno o entrambi i seni. Questo tumore presenta un rischio leggermente superiore rispetto ad altri di ripresentarsi a distanza di tempo dalla prima diagnosi.
I suoi sintomi sono simili a quelli del carcinoma duttale ma a volte possono essere vaghi e difficilmente diagnosticabili. Il carcinoma lobulare infiltrante si suddivide in cinque tipologie: classico, solido, tubulo-alveolare e misto. La forma solida e quella tubulo-alveolare sono quelle che hanno una prognosi migliore.
Il carcinoma di Paget è un tumore del seno a sé stante, in cui le cellule tumorali originano da quelle epiteliali del capezzolo, che appare arrossato, retratto ed a volte sanguinante. Spesso i suoi sintomi vengono confusi con quelli di eczemi e dermatiti, ma nel 50% circa dei casi di morbo di Paget, si ha anche la presenza di un nodulo del seno.
Il carcinoma infiammatorio è caratterizzato dalla presenza di un nodulo particolarmente aggressivo e in rapida crescita, spesso dolente. In questo caso, la cute mammaria sovrastante appare calda, arrossata e tumefatta. Inoltre, è un tumore che origina delle metastasi molto rapidamente e precocemente, soprattutto lungo il sistema linfatico.
Il carcinoma giovanile è una patologia molto rara ed ha una prognosi discretamente favorevole. Tuttavia, molti studi dimostrano che un tumore in età giovanile, al di sotto dei 35 anni, può aumentare la possibilità di recidive future.
Il tumore al seno viene classificato in cinque stadi, dallo 0 al IV, ovvero dagli esordi più precoci alle forme di cancro al seno già metastatizzato, caratterizzato dalla presenza di metastasi in altri organi. Se il tumore viene riconosciuto tempestivamente, quando è al primo stadio (0), la stima di sopravvivenza a cinque anni è del 98% circa.
I sintomi del tumore al seno dipendono dalla tipologia, dalla diffusione e dall’età della paziente.
Spesso le forme iniziali di tumore del seno non provocano alcun dolore, quindi non è il caso di allarmarsi eccessivamente se si prova un fastidioso dolore al seno, in molti casi, infatti, si tratta di lesioni benigne come le cisti al seno, e solo in casi minori si è di fronte a un tumore maligno.
Il più comune sintomo del tumore al seno è la presenza di un nuovo nodulo mammario che, maggior parte dei casi si presenta nel quadrante superiore esterno della mammella. Tuttavia quando si inizia a provare dolore costante o si sentono evidenti noduli al seno significa che il tumore è già in fase avanzata.
Se il nodulo è duro, indolore e presenta bordi irregolari è più probabile che sia cancerogeno, ma può essere tale anche se di natura morbida e rotondeggiante. In ogni caso è fondamentale che ogni nodulo sia sottoposto al controllo da parte di un medico esperto nella diagnosi delle malattie alla mammella.
Altri possibili sintomi del cancro al seno sono:
Ci sono alcuni fattori di rischio che è bene tenere presente per prevenire il tumore al seno. Sono maggiormente colpite da carcinoma mammario le donne che:
Fumo e obesità sono da considerare ulteriori fattori di rischio, mentre le cisti al seno o un fibroadenoma alla mammella sono alterazioni che non aumentano il rischio di cancro al seno.
Il tumore al seno colpisce 1 donna su 8 nel corso della vita. Può essere anche benigno, come ad esempio il fibroadenoma al seno che compare soprattutto tra i 25 e i 30 anni e presenta gli stessi sintomi del cancro al seno ossia dolore nella zona mammaria e noduli al seno.
I rischi legati al tumore al seno e le possibilità di sopravvivenza in caso di tumore maligno, dipendono da quando viene diagnosticato il tumore: se viene riconosciuto quando è ancora in fase iniziale, infatti, le cure danno risultati migliori e non è necessaria l’asportazione chirurgica del seno; se invece non viene identificato, il tumore al seno può diffondersi e portare o ad una mastectomia totale, ossia alla completa rimozione del seno, oppure, se ha sviluppato metastasi e si è diffuso ad altri organi, può provocare la morte della paziente.
Per questo motivo è fondamentale seguire tutte le indicazioni per una corretta prevenzione, sottoponendosi costantemente agli esami di controllo:
Inoltre, seguire un’alimentazione sana e corretta e fare regolare attività fisica può diminuire il rischio di sviluppare un cancro al seno, sembra ormai definitivamente dimostrata la correlazione tra obesità e incidenza dei tumori.
La prevenzione del tumore al seno comincia dall’auto-palpazione: anche se questa tecnica non può esser considerata un vero strumento di diagnosi precoce, è comunque importante imparare a praticarla e effettuare un auto esame mensilmente, al termine del flusso mestruale, in questo modo sarà più semplice notare eventuali cambiamenti da segnalare al medico.
Per scoprire la presenza di un tumore è necessario ricercare delle alterazioni fisiche nel seno, come ad esempio la comparsa di noduli al seno, nella mammella o nel cavo ascellare, la variazione di forma o di simmetria della mammella, l’irritazione e l’arrossamento del capezzolo o della pelle mammaria.
Altri segnali da non sottovalutare sono la presenza di una perdita di sangue o di altre secrezioni dal capezzolo, accompagnata dal dolore, o da un’aumentata sensibilità dello stesso. In presenza di eventuali anomalie, meglio rivolgersi subito al medico, per un accertamento accurato.
I movimenti da eseguire nella palpazione devono essere eseguiti con una pressione da lieve a più intensa seguendo tre passaggi fondamentali:
Altrettanto importante è anche l’osservazione del seno, per verificare la presenza di eventuali sintomi visibili, come delle alterazioni di forma o di dimensione delle mammelle o del capezzolo. Allo scopo, meglio mettersi davanti allo specchio con le mani appoggiate sui fianchi, con le braccia in alto o con le mani dietro la testa. Scelta la posizione migliore, premere con forza per contrarre i muscoli pettorali.
L’auto-palpazione può far intuire la presenza di un’anomalia; la palpazione da parte dello specialista può fornire qualche conferma in più, ma la vera certezza si ottiene solo con la diagnosi attraverso gli esami strumentali. In particolare, l’ecografia e la mammografia sono in grado di accertare o escludere la presenza di un tumore al seno.
La scelta tra ecografia o mammografia dipende dall’età, anche se nella maggior parte dei casi si utilizzano entrambi i metodi. In alcuni casi specifici, per esempio di fronte a mammelle molto dense o a lesioni difficili da classificare, è possibile ricorrere anche alla risonanza magnetica.
L’eventuale presenza e identificazione di noduli al seno richiede un’analisi più approfondita del corpo estraneo attraverso la biopsia, che può essere eseguita direttamente in sala operatoria o in ambulatorio, mediante l’agoaspirato del seno. Questo prelievo consente di studiare al microscopio il campione di tessuto prelevato dal nodulo mammario, e stabilire la natura e le caratteristiche dell’alterazione.
Esiste, inoltre, la possibilità di effettuare una biopsia liquida, ovvero iniettare con un ago, una sostanza radioattiva colorata, nei dotti mammari. Se vi è una qualsiasi massa estranea, verrà osservata ai raggi X. Questo tipo di screening non differenzia le lesioni benigne da quelle maligne, ma è indicata nel caso di secrezioni sierose od ematiche dal capezzolo o nel sospetto di un tumore duttale.
In presenza di diagnosi di tumore al seno, le opzioni terapeutiche principali previste sono l’intervento chirurgico, la radioterapia e la chemioterapia, l’ormonoterapia e le terapie biologiche.
L’operazione è mirata alla rimozione chirurgica delle aree tumorali, in modo più o meno invasivo o conservativo in base alla tipologia di tumore e alla sua estensione.
Nelle forme iniziali di cancro al seno (stadio I e II) la chirurgia conservativa seguita da radioterapia, è spesso sufficiente: in questo caso vengono rimosse chirurgicamente solo le aree della mammella colpite dal tumore, mentre non viene asportato il seno.
Quando, invece, il tumore è in uno stadio più avanzato è necessario ricorrere alla mastectomia, ossia all’asportazione totale del seno. Oggi, comunque, l’intervento chirurgico per l’asportazione totale o parziale del seno è associato ad una operazione di chirurgia plastica per garantire alla paziente la ricostruzione del seno.
La chemioterapia è un tipo di cura dei tumori che usa farmaci per distruggere le cellule malate, rallentando o arrestando completamente la loro crescita. La chemioterapia è usata come principale cura contro il cancro ma, nella maggior parte dei casi, viene associata ad altri interventi chirurgici. La scelta dei farmaci chemioterapici avviene da parte del medico, che decide sulla base del tipo di tumore e sullo stato di salute generale della paziente.
È possibile sottoporsi alla chemioterapia durante il ricovero ospedaliero, a casa, nello studio medico, in clinica o in un ambulatorio ospedaliero. La frequenza delle sedute di chemioterapia varia da soggetto a soggetto, così come la durata del trattamento.
La radioterapia è un trattamento che sfrutta fasci di radiazioni ionizzanti, o fasci di particelle ionizzanti, per danneggiare il materiale genetico (DNA) delle cellule maligne. Il tumore al seno viene così bombardato dalle radiazioni.
Oltre a colpire la massa tumorale, possono essere colpiti anche i linfonodi, pertanto, tale intervento è auspicabile quando i linfonodi sono clinicamente coinvolti nella patologia, o se si teme una diffusione maligna del tumore attraverso il circolo linfatico.
Alcuni tipi di tumore al seno sono possono venir contrastati dagli estrogeni. Alcuni studi rivelano che in presenza di determinate forme tumorali, la terapia ormonale ha portato ad una riduzione del rischio di recidive e mortalità.
Attualmente, il farmaco somministrato è il tamoxifene, per una durata di 5 anni. Il suo compito è quello di ridurre l’incidenza di tumore della mammella controlaterale e di prevenire l’osteoporosi e le malattie cardiovascolari. Tuttavia, tra gli effetti collaterali della terapia ci sono l’aumento del rischio di sviluppare un tumore dell’endometrio e di trombo-embolia.