Se il bambino piange sempre all’asilo, che fare? Sembra inconsolabile, ma con i consigli giusti e una buona dose di pazienza i genitori possono uscire vittoriosi anche da questo periodo di distacco così complicato. Perché, in fondo, nella maggior parte dei casi, il piccolo piange perché sente il distacco da mamma e papà, perché per la prima volta è in una situazione nuova, lontano dalla protezione dei genitori e dalla sicurezza del nido domestico. Ma cerchiamo di saperne di più.
Il pianto nel bambino, da quando viene alla luce fino ai primi anni di vita, è un mezzo di comunicazione, il più potente ed efficace che ha a sua disposizione, del bambino. Tutto comincia quando è solo un neonato di pochi giorni o poche settimane. In questa fase piange per natura e definizione. Attraverso piccoli urletti e lacrime comunica, trasmette emozioni, sentimenti ed esigenze. Man mano cresce, il bimbo piange in modi e con scopi differenti: può essere il sintomo di un disagio, lo stratagemma per attirare l’attenzione dei genitori o un semplice capriccio, per esempio.
Esistono due possibili macro casistiche. Il bambino piange perché ha appena iniziato a frequentare l’asilo. Per il bambino l’asilo non è un’esperienza nuova, ma comincia a piangere sempre più spesso. Due casistiche diverse che meritano un approccio differente. Quando c’è l’elemento novità, con l’aggiunta del distacco dai genitori, dalla casa e dalle abitudini quotidiane il motivo del pianto è da cercare tutto lì. Se, invece, il distacco è già stato metabolizzato e non c’è novità da assimilare, meglio indagare più a fondo sulle possibili motivazioni del disagio del piccolo con l’aiuto delle insegnanti e parlando con il bimbo, perché potrebbe trattarsi di un banale litigio con un compagno, ma potrebbe anche dipendere da una situazione più grave.
Alcuni suggerimenti validi soprattutto se il pianto, che sembra spesso inconsolabile, del bimbo, è legato alla prima esperienza lontana dai genitori, all’inizio dell’asilo. Capire e non giudicare è sempre essenziale: mai incolpare il bimbo dei suoi pianti, ma cercare di farlo sentire al sicuro, parlando con lui, rassicurandolo e ascoltando le sue paure, evitando di fare inutili confronti con fratelli, amici o altri parenti e dedicandogli il maggior numero di attenzioni possibili quando è a casa. In particolare, meglio dedicare al bimbo tempo di qualità quando non è all’asilo, magari un pomeriggio intero per andare al parco o per fare attività con tutta la famiglia.
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