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Linfonodi ingrossati nei bambini: possibili cause e cosa fare

I linfonodi ingrossati nei bambini sono sicuramente fonte di preoccupazione per i genitori ma anche se è bene indagare sempre su quali sono le cause scatenanti, non bisogna subito andare nel panico. Soprattutto se ci sono infezioni in corso può capitare che i linfonodi, stazioni di difesa del corpo umano, si ingrossino, e di solito succede soprattutto intorno al collo e alle ascelle. In queste circostanze diventano palpabili e spesso preoccupano i genitori. I bambini con linfonodi ingrossati generalmente riportano anche i sintomi dell’infezione che li ha causati. Se volete approfondire, potete leggere anche il nostro articolo dedicato proprio ai linfonodi ingrossati, che spiega nel dettaglio perché succede. Scopriamo quali sono le principali cause nei bambini e cosa fare; comunque, generalmente, non c’è da preoccuparsi troppo.

Cause dei linfonodi ingrossati nei bambini

Nella maggioranza dei casi i linfonodi palpabili sul collo dei bambini o su altre parti del corpo sono causati da infiammazioni o infezioni in corso. Difatti la loro funzione è intercettare eventuali malattie per produrre gli anticorpi necessari a debellarle.

La zona in cui si ingrossano è quella in cui è presente l’infezione: ecco che allora se c’è un’infezione intestinale è probabile che si ingrossino i linfonodi inguinali e via dicendo. Nei bambini è facile che si infiammino i linfonodi di collo e zona sottomandibolare, visto che le malattie di gola e orecchie sono frequenti a quest’età. Sono diffusi anche i linfonodi retronucali e i linfonodi ingrossati nella nuca dei bambini.

Tra le cause più frequenti ricordiamo:

  • Adenovirus.
  • Streptococco betaemolitico di gruppo A.
  • Mononucleosi infettiva.
  • Infezioni a gola e orecchie.
  • Graffio di gatto.
  • Punture di insetto.
  • Herpes Simplex.
  • Raramente tubercolosi.
  • Raramente Toxoplasmosi.
  • Raramente malattie croniche come HIV, leucemia, malattie autoimmuni.

Quando preoccuparsi

Se i linfonodi ingrossati superano i 2 cm di diametro e risultano particolarmente arrossati è opportuno fare accertamenti specifici. Difatti l’arrossamento è normale ma può indicare la formazione di pus interno, che in casi specifici va rimosso chirurgicamente.

Nel caso in cui siano accompagnati da sintomi come febbre alta, perdita di peso maggiore al 10%, astenia possono essere la spia di malattie croniche come neoplasie, tubercolosi, immunodeficienze.

Sono pericolosi anche se il bambino ha meno di un anno di età, se l’ingrossamento non si riduce dopo 4-6 settimane, il tempo che generalmente i linfonodi ci mettono a scomparire, e se per più di 2 settimane si presenta anche un po’ di febbre nel bambino.

Un altro aspetto da considerare è il peso, che non deve scendere troppo. Sudorazione notturna, prurito nel corpo sono altri sintomi da non sottovalutare.

Bambini linfatici

Alcuni bambini sono più predisposti di altri ad avere linfonodi delicati che, in caso di infezioni, reagiscono ingrossandosi più del previsto. Un tempo questa predisposizione prendeva il nome di linfatismo, venendo considerata alla stregua di una malattia.

Oggi invece questo termine è stato bandito perché non lo si considera un disturbo vero e proprio. Difatti non richiede nemmeno cure specifiche.

Cosa fare

Innanzitutto è opportuno portare i bambini dal pediatra affinché valuti la situazione e decida se è il caso di fargli fare degli esami.

Tra quelli più diffusi ci sono le analisi del sangue come emocromo, VES, proteina C reattiva, intradermoreazioni per la ricerca dei micobatteri tubercolari e non tubercolari, tampone faringeo e via dicendo. Può rivelarsi necessaria anche una biopsia del linfonodo infiammato.

Non esistono cure per i linfonodi ingrossati, bisogna piuttosto curare l’infezione che li ha causati.

Laura De Rosa

Laureata in Scienze dei Beni Culturali (110/110), redattrice web dal 2008, collabora con riviste e numerose testate online spaziando in diversi argomenti. Ama leggere, scrivere, viaggiare e dipingere.

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