Cos’è la leucemia infantile? Quali sono i suoi sintomi, le cause e come si cura? La leucemia nei bambini è un tumore del sangue che ha purtroppo un’incidenza maggiore in età infantile rispetto all’età adulta, con circa 47 casi diagnosticati ogni milione di bambini per anno. Il dato confortante è però che oggi la sopravvivenza è stimata fra il 70/80% dei casi diagnosticati.
I sintomi della leucemia infantile sono caratteristici anche di altre malattie infantili:
La cause che portano alla leucemia infantile non sono ancora del tutto note, ma esistono dei fattori di rischio che possono aumentarne la probabilità di sviluppo:
Oggi non è quindi possibile procedere con una prevenzione vera e propria, e l’unica raccomandazione è quella di evitare l’esposizione a radiazioni o a sostanze chimiche pericolose.
La sopravvivenza alla leucemia infantile è molto influenzata dall’età e da quando viene fatta la diagnosi. Diventa quindi estremamente importante vigilare sui sintomi senza sottovalutarli, per arrivare ad una diagnosi quanto più precoce possibile.
Il medico specialista effettuerà una visita per controllare un eventuale ingrossamento del fegato, della milza e delle linfoghiandole, se rileva emorragie e procederà con gli esami del sangue per controllare se vi sia un aumento dei globuli bianchi e una diminuzione dell’emoglobina e delle piastrine.
Per un’anamnesi più certa, potrà prescrivere una biopsia del midollo osseo e il prelievo di liquido cefalorachidiano con una puntura lombare o spinale.
La leucemia infantile può essere di 3 tipi diversi a seconda dei tipi di cellule colpite:
La terapia dipende dal tipo di leucemia e da altri fattori, ma principalmente si ricorre alla chemioterapia mediante farmaci antitumorali assunti per bocca, per via endovenosa o attraverso il canale spinale.
In alcuni casi si può invece ricorrere alla radioterapia, spesso utilizzata per scongiurare la diffusione della leucemia ad altre parti del corpo.
Quando la leucemia si presenta in modo aggressivo viene seguita la strada del trapianto di midollo osseo, una procedura con cui si sostituiscono le cellule malate con cellule sane prelevate da un donatore compatibile, che generalmente è da ricercare in famiglia.
E’ purtroppo da segnalare la possibilità di recidive causate da cellule malate rimaste che ricominciano a proliferare.
L’approccio terapeutico in caso di ricaduta dipenderà molto dal tempo intercorso fra le cure e la nuova diagnosi, e in quelle precoci, le più preoccupanti, diventa necessario un trapianto di midollo osseo.