Capire cos’è la disfagia è molto semplice, infatti questo termine medico indica la difficoltà nella deglutizione. È però anche importante conoscerne i sintomi e le cure perchè tale disagio può manifestarsi per i cibi liquidi, per quelli solidi ma anche per la propria saliva. Secondo gli esperti, è un problema che ha come causa principale la condizione fisiologica dell’invecchiamento, infatti la disfagia colpisce circa un quinto della popolazione la cui età supera i 50 anni. Tuttavia, è un problema che può nascondere patologie molto più gravi alla sua origine. La disfagia non riguarda soltanto soggetti adulti; anche i neonati e i bambini possono essere vittima di questo disturbo. Cerchiamo di capire più nello specifico cos’è la disfagia e come si presenta.
La disfagia è un termine medico che delinea la difficoltà a deglutire. La deglutizione è un’azione complessa, controllata da riflessi automatici che coinvolgono i nervi all’interno della faringe e dell’esofago, nonché da un centro di deglutizione nel cervello che è collegato a questi ultimi dai nervi.
La disfagia si caratterizza anche come il sintomo di un mal funzionamento dell’apparato digerente. Questa condizione, infatti, riguarda la difficoltà a deglutire e lo scorretto passaggio del bolo nelle vie digestive superiori.
Questa condizione può rendere complicata anche la semplice e autonoma alimentazione, provocando conseguenti danni più gravi, tra cui malnutrizione e disidratazione. Possono, poi, verificarsi altre complicazioni, in particolare di tipo respiratorio, legate all’entrata di alimenti solidi o liquidi nelle vie aeree. Ciò può comportare gravi patologie come la polmonite o le infezioni delle vie respiratorie superiori.
La complessità della deglutizione fa sì che le cause all’origine del suo malfunzionamento siano davvero numerose.
Tuttavia, per renderle più chiare possono essere raggruppate in due sole tipologie:
La disfagia orofaringea è un problema che comincia già nella bocca, a causa di disturbi di carattere neurologico-muscolo-scheletrico. A volte può essere causato dalla debolezza della lingua, altre è una conseguenza della difficoltà a masticare il cibo, oppure può dipendere da problematiche di trasporto del cibo dall’orofaringe all’esofago superiore.
Una delle cause di questa problematica, più comune soprattutto nell’anziano, è l’ictus.
Secondo gli esperti, i fattori di rischio che predispongono maggiormente un soggetto a soffrire di disfagia sono la presenza di particolari disturbi del sistema nervoso o neurologico, e l’invecchiamento, che col tempo causa il fisiologico deterioramento di ciascun organo presente nel corpo, tra cui anche le prime vie digestive.
Tuttavia, la disfagia non è considerata un normale sintomo della senescenza. Le cause all’origine della difficoltà di deglutizione dipendono anche da altri fenomeni, come:
Questo tipo di disfagia riguarda i problemi di deglutizione quando il materiale ingerito non può passare dall’ipofaringe, attraverso l’esofago, nello stomaco. Ciò, solitamente, avviene a causa di un blocco o di un’irritazione, che nella maggior parte dei casi necessita di una procedura chirurgica.
Tra le altre cause della disfagia esofagea possono citarsi:
La prevenzione delle complicanze è l’obiettivo primario nei pazienti con disfagia. Le possibili conseguenze di una difficile deglutizione possono essere varie e anche molto gravi. Le principali sono la malnutrizione, la disidratazione e i problemi polmonari.
L’esempio più tipico può essere quando il cibo che è rimasto nell’esofago venga rigurgitato di notte, durante il sonno, provocando inaspettatamente tosse e soffocamento. Se il cibo entra nella laringe, nella trachea o nei polmoni, può provocare episodi di asma e persino portare a gravi infezioni polmonari.
Uno dei disturbi più comuni della disfagia è la polmonite da aspirazione. Questa patologia può causare lesioni gravi, permanenti e progressive, ai polmoni e sviluppare serie infezioni.
Gli individui che non riescono ad ingoiare il cibo possono lamentare spesso problemi di reflusso gastroesofageo. In questo caso, le conseguenze sono il continuo bruciore di stomaco, i dolori addominali e la difficoltà a mangiare.
Proprio la disfagia è un disturbo all’origine della grave perdita di peso e disidratazione, proprio a causa del disagio che si prova nel non riuscire a deglutire il cibo o i liquidi, e nei problemi di stomaco che possono derivare dal reflusso acido.
Alcuni pazienti soffrono di disfagia senza esserne consapevoli. Una mancata diagnosi, e l’assenza di trattamento, può aumentare il rischio di incorrere in gravi complicazioni di salute, che dopo vedremo più in dettaglio.
La disfagia è, come abbiamo già visto, di per sé un sintomo che caratterizza numerose situazioni e patologie. Tuttavia, è una condizione medica che si manifesta attraverso una sintomatologia ben precisa, soprattutto in seguito all’ingestione di cibi o di liquidi:
Il trattamento della disfagia viene deciso una volta confermata la diagnosi. Tuttavia molti fattori dovrebbero essere coinvolti in tale determinazione. Il medico, infatti, sceglierà la migliore cura basandosi sulla tipologia di problema e sulle cause, sulla capacità mentale e fisica del paziente e sulla qualità della vita.
Pertanto, il trattamento viene anch’esso diviso sulla base del tipo di disfagia di cui si soffre:
Come discusso in precedenza, gli ictus sono la malattia neurologica più comune a causare problemi nella deglutizione. La disfagia neurologica, di solito, è peggiore subito dopo un ictus, ma spesso migliora col tempo e può anche scomparire. Se non scompare, viene valutata la capacità di deglutire con uno studio medico visivo. In questo modo può essere definita l’esatta anomalia ed eseguite diverse manovre per contrastare gli effetti della disfunzione. Ad esempio, in alcuni pazienti è possibile prevenire i problemi dei deglutizione del cibo ruotando la testa di lato o bevendo liquidi addensati.
I tumori del cervello, in alcuni casi, possono essere rimossi chirurgicamente. Tuttavia, è improbabile che la chirurgia possa invertire la disfagia. Il morbo di Parkinson e la sclerosi multipla possono essere trattati con farmaci e possono, in alcuni casi, essere utili nei pazienti con disfagia.
Esistono efficaci terapie farmacologiche per i disordini muscolari, come la polimiosite e la miastenia grave, che dovrebbero anche migliorare la disfagia associata. Il trattamento delle distrofie muscolari è principalmente diretto a prevenire le deformità delle articolazioni, che comunemente si verificano e che portano all’immobilità, ma non ci sono terapie che son in grado di influenzare la disfagia. I corticosteroidi e i farmaci che sopprimono l’immunità a volte sono usati per trattare alcune delle distrofie muscolari, ma la loro efficacia non è stata ancora dimostrata.
Se il soggetto soffre, invece, di disfagia esofagea, sarà necessario valutare la deglutizione con un endoscopio flessibile, utile anche per esplorare bocca e gola. In presenza di neoplasie a carico dell’esofago, sarà possibile intervenire chirurgicamente per eliminarle.
Le stenosi e gli anelli esofagei, generalmente, sono trattati con dilatazione endoscopica, una procedura in cui l’area ristretta viene allungata da un lungo tubo semirigido passato attraverso la bocca o da un palloncino che viene fatto esplodere all’interno dell’esofago. La più comune malattia che causa la disfagia esofagea è l’esofagite eosinofila, che viene trattata con successo grazie alla somministrazione di farmaci corticosteroidi.
L’acalasia viene trattata come una stenosi dell’esofago. Anche in questo caso viene eseguita una dilatazione con un palloncino. altre volte, invece, attraverso un trattamento chirurgico viene tagliato il muscolo dello sfintere esofageo inferiore al fine di ridurre l’ostruzione e produrre il rilassamento dello sfintere.
Se la causa è il reflusso gastroesofageo, il trattamento della disfagia sarà basato sull’assunzione di farmaci antisecretivi, come il lasoprazolo o l’omeprazolo, tra i principali.
I problemi di deglutizione possono interferire con l’alimentazione, con il piacere del cibo, con la respirazione e persino con la qualità della vita sociale.
Le tecniche riabilitative per la disfagia permettono di migliorare la forza muscolare e la funzione correlata alla deglutizione.
Sono quattro le tecniche che solitamente vengono consigliate a chi soffre di disfagia:
Sarà il medico, o il logopedista, a prescrivere gli esercizi utili per migliorare la deglutizione, sviluppando un programma personalizzato per le esigenze di ciascun paziente. Questo includerà il numero di ripetizioni, il numero di secondi in cui ogni esercizio dovrebbe essere eseguito e il periodo di riposo tra questi.
Tra gli esercizi che potrebbero venir selezionati per il proprio caso riportiamo alcuni esempi:
Una parte importante del trattamento della disfagia è far seguire al paziente una specifica alimentazione, proteggendolo al contempo da complicazioni come la polmonite da cibo o dai liquidi che possono entrare nei polmoni.
La dieta per curare la disfagia è basata sull’assunzione, o meno, di alcuni alimenti, solidi e liquidi, che possono facilitare e rendere più sicura la deglutizione, limitando al massimo i pericoli.
Una dieta appositamente studiata per la disfagia è quindi in grado di agevolare la masticazione e il trasporto del cibo in bocca, riducendo il rischio che il cibo o i liquidi rimangano incastrati in gola o nell’esofago, o danneggino i polmoni.
Vediamo più in dettaglio cosa è consigliato mangiare e cosa invece evitare:
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Alimenti da preferire|Alimenti da evitare
Semolino, crema di riso|Riso, mais, pasta in formati piccoli
Purè o patate lessate|Pastina in brodo o minestrone con verdure a pezzi
Frutta frullata o in mousse|Polveri come cannella e cacao
Gelato, budino e semifreddi|Biscotti o prodotti che si sbriciolano
Verdure ben cotte|Verdure filamentose come finocchi, carciofo, fagiolini
Pesce morbido|Buccia della frutta o frutta con semi
Carne trita|Cibi appiccicosi che aderiscano al palato
Formaggi cremosi|Spezie o alimenti speziati
Yogurt senza pezzi|Frutta secca
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