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Depressione post partum: proposta della Sigo

 
La depressione post partum nei giorni scorsi è tornata a far parlare di se per un nuovo caso di infanticidio, avvenuto nel reatino. La Sigo (Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia) e l’Associazione Strade Onlus hanno proposto al Ministro per la salute Ferruccio Fazio di effettuare sulle donne a rischio il cosiddetto Tso (trattamento sanitario obbligatorio) extraospedaliero. L’idea è quella di una equipe specialistica, pronta ad occuparsi, 24 ore su 24, di donne depresse con istinto omicida, per salvaguardare così sia la vita del bambino che della madre in difficoltà.

Si tratta di una patologia seria, che va curata con attenzione e soprattutto va diagnosticata precocemente spiegano gli specialisti. Ma come? Individuando i primi campanelli d’allarme, che sono simili in tutte le donne: familiarità con la depressione, episodi durante la gravidanza, ansia, solitudine.
 
Necessaria sarebbe una corretta informazione al momento delle dimissioni ospedaliere o nei corsi pre-parto, spiegano dalla Sigo, perché i danni seri si possono prevenire. Ma questo non avviene quasi mai. Proprio per tali motivi, nel 2008 è stata attivata una campagna nazionale con l’obiettivo di costruire una rete di protezione per tutelare le madri: “Non lasciamole sole”, che offre oltre all’informazione anche un aiuto concreto per le donne più fragili.
 
Gli esperti calcolano che ogni anno 50-75 mila mamme italiane vengono colpite da questa patologia, in varie forme, anche se i casi tanto gravi da costituire una minaccia per la vita del neonato sono circa mille all’anno. Per fortuna, molti di questi numeri non si trasformano in tragedie.
 
Non tutti, come è evidente sono d’accordo con questa proposta. Ma ciò che ci preme ricordare è che una piccola malinconia, dopo la nascita di un bimbo, è fisiologica oltre che psichica. Nasce da vari fattori: ormonali, dovuti alla stanchezza, al sonno ridotto, all’incapacità, normalissima, di non riuscire più a gestire il tempo.
 
Non per questo tutte le donne devono spaventarsi. Quelle che portano all’infanticidio sono forme molto gravi di depressione e non vanno confuse le due cose. Nella maggior parte dei casi, in poche settimane tutto torna normale. Basta lasciarsi del tempo. La depressione è comunque un male oscuro, difficile da gestire senza rivolgersi ad uno specialista.
 
Quindi, care mamme, se sentite che la vostra giornata è sempre più difficile, se non avete voglia di accudire il vostro bebè o al contrario se siete troppo in ansia per lui, se vi sentite sole o è la vostra effettiva condizione, condividete tutto ciò con qualcuno che vi possa supportare anche professionalmente. Ci sono ottimi centri anche riconosciuti dal SSN, oltre che delle Associazioni, se avete difficoltà di tipo economico. Tutto si può risolvere.
 
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Cinzia Iannaccio

Cinzia Iannaccio è stata una collaboratrice di Pourfemme dal 2010 al 2017, occupandosi principalmente di salute della donna, benessere e tematiche legate alla maternità.

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