L’avvelenamento da monossido di carbonio è una condizione comune: per questo è importante conoscere sintomi, cura e prevenzione. Per le sue caratteristiche chimiche l’ossido di carbonio rappresenta un inquinante molto pericoloso, soprattutto nei luoghi chiusi dove riesce ad accumularsi, in concentrazioni letali, senza il minimo sospetto da parte di chi si trova nei dintorni. A causa del traffico automobilistico presente nelle zone urbane, la popolazione è ormai sempre più soggetta a lunghe esposizioni del monossido di carbonio, seppur a basse concentrazioni. Questo crea un grave rischio per la salute.
Il monossido di carbonio è un gas incolore, insapore, inodore e non irritante, che causa avvelenamento e addirittura morte. Questo gas velenoso viene prodotto da combustioni incomplete, per carenza di ossigeno, dei composti organici come metano, carbone, legname. Le tossine rilasciate dal monossido di carbonio riescono a penetrare con facilità nel sangue dell’uomo formando la carbossiemoglobina, che provvede a rilasciare meno ossigeno di quanto i tessuti ne abbiano realmente bisogno. In questo modo, il cervello riceve sempre meno ossigeno andando incontro a un lento avvelenamento, che conduce a uno stato di incoscienza iniziale e poi alla morte.
I sintomi dell’avvelenamento da monossido di carbonio non sono specifici, infatti si riscontrano diversi tipi a secondo del tipo di esposizione.
Nelle esposizioni lievi si ritrovano:
Nelle esposizioni gravi si ritrovano:
In entrambi i casi, la vittima abbassa, in modo del tutto inaspettato, il proprio livello di lucidità, perdendo così la capacità di avvertire il pericolo e di prendere immediate precauzioni.
Non sono, tuttavia, da sottovalutare i sintomi indiretti del monossido di carbonio. Infatti, una lenta e graduale esposizione a monossido di carbonio, come accade nelle città urbane a rischio inquinamento, comporta la predisposizione o l’aggravamento delle malattie cardiovascolari, un peggioramento dello stato di salute nelle persone sane ed un aggravamento delle condizioni circolatorie e respiratorie, in generale.
In caso di avvelenamento è necessario portare, immediatamente, all’aria aperta il soggetto colpito, affinché la respirazione di aria, arricchita di ossigeno, aiuti l’eliminazione del monossido di carbonio.
Con l’arrivo del personale medico, al paziente dovrà essere somministrato l’ossigeno normobarico al 100%, per mezzo di una maschera facciale, in modo da riattivare la circolazione dell’ossigeno nei tessuti e diminuire il livello della carbossiemoglobina nel sangue non sia sceso al di sotto del 5%. Fondamentale, sarà poi l’immediato trasporto del paziente intossicato in una struttura di emergenza per ulteriori cure e accertamenti. La valutazione del paziente avvelenato dovrà riguardare essenzialmente la normalizzazione della ventilazione e della reidratazione, l’esame neurologico e la storia dell’esposizione (durata, causa ed eventuale avvelenamento di altre persone).
L’intossicazione da monossido di carbonio causa ogni anno numerose morti e altrettanti problemi di salute. L’avvelenamento nei bambini è preoccupante, così come nelle donne in gravidanza, negli anziani e nei cardiopatici.
Per evitare di incorrere in qualsiasi tipo di esposizione pericolosa del monossido di carbonio occorre tener presente alcune misure di prevenzione da non sottovalutare mai, sopratutto se in casa sono presenti stufe a legna o camini: