Ecco come chiedere l’annullamento del matrimonio civile, qual è l’iter da seguire, i tempi e la spesa che bisogna sostenere. Il diritto civile italiano lo prevede nel momento in cui sussistono cause di invalidità che fanno perdere definitivamente i vincoli coniugali, come se il contratto non ci fosse mai stato. Per i riti civili o diversi dal rito cattolico, è necessario presentare un istanza di annullamento, accompagnati da un avvocato, al Tribunale Civile che verifica l’effettiva esistenza delle ragioni previste dalla legge per dichiarare la nullità del matrimonio.
Affinché si possa realizzare l’annullamento del matrimonio, si deve provare almeno uno dei seguenti casi:
L’accertamento di un errore circa la reale identità di un coniuge o la volontà condivisa di simulare l’impegno matrimoniale rappresentano altrettante ragioni valide ai fini dell’annullamento civile. Al di fuori di questi punti, si deve ricorrere alla separazione e, in seguito, al divorzio.
Per i matrimoni di lunga data, non è possibile chiedere l’annullamento, infatti si deve fare richiesta entro e non oltre 1 anno dalla celebrazione del matrimonio. Non è possibile inoltre se i coniugi hanno vissuto insieme, sempre per 12 mesi. Per effetto dell’annullamento o della dichiarazione di nullità del matrimonio, i coniugi riacquistano il loro stato libero con effetto retroattivo, come se il matrimonio non fosse mai stato celebrato. I costi di un procedimento di questa natura sono variabili, dipendono da tribunale a tribunale, in ogni caso comprendono le spese vive di deposito atti e la parcella dell’avvocato che segue la causa.