Guerra in Siria, la strage dei bambini: per Unicef peggiore di Bosnia e Ruanda

Il conflitto in Siria è pagato dalla parte più debole della popolazione: donne e bambini. Nonostante sia iniziata l'evacuazione dei civili ad Aleppo, migliaia di bambini sono intrappolati nell’area orientale di Aleppo e un numero significativo di loro ha bisogno di urgenti cure mediche a causa delle ferite o di malattie che non possono essere curate all’interno della zona assediata. Per l’Unicef si tratta della peggiore strage di bambini dal dopoguerra, più grave di quella della Bosnia e del Ruanda. I bambini sono spesso lasciati soli ad affrontare l'orrore: molti sono rimasti orfani, altri sono stati separati dalle famiglie e altri ancora hanno visto giustiziare i loro parenti. Diventano vulnerabili e vittime di violenze. Molti gli appelli di Ong e personalità influenti, ma ancora è in corso la strage dei bambini in Siria.

Guerra in Siria, la strage dei bambini: per Unicef peggiore di Bosnia e Ruanda


A pagare il prezzo più alto della guerra in Siria sono i bambini. Non solo per il conflitto in sé, ma con la difficile evacuazione dei civili la situazione peggiora ancor di più. Save the Children chiede l’immediato trasferimento dei bambini feriti, orfani o separati dalle famiglie, in zone sicure. La Ong infatti stima che migliaia di bambini siano intrappolati nell’area Est di Aleppo e un numero significativo di loro abbia bisogno di urgenti cure mediche a causa delle ferite o di malattie che non possono essere curate all’interno della zona assediata. Per l’Unicef si tratta della peggiore strage di bambini dal dopoguerra, più grave di quella della Bosnia e del Ruanda.
Quello che denuncia infatti anche l’Unicef fa rabbrividire: “ci sono altre 15 città sotto assedio, i bambini sono mutilati, uccisi senza pietà, gravemente scioccati da tutto quello che stanno vivendo come la perdita di genitori o parenti che spesso vengono giustiziati a freddo, torturati o costretti alla fuga”. Secondo fonti locali, durante l’escalation di violenza intensa seguita al fallito cessate il fuoco di ieri, decine di bambini sono rimasti feriti e sono arrivati nei pochi ospedali rimasti, senza che potessero essere curati perché non ci sono più mezzi per farlo. L’evacuazione di civili iniziata ieri si è macchiata di sangue: i cecchini hanno sparato sul convoglio che trasportava i feriti.

Bambini separati dalle famiglie

Non solo il dolore stanno vivendo migliaia di bambini, ma vedono con i loro occhi l’orrore di una cosa che non dovrebbe mai far parte della vista di un essere piccolo. E molti sono costretti ad affrontare questo orrore senza i genitori: molti bambini sono stati separati dalle loro famiglie o sono rimasti orfani, bambini soli che diventano incredibilmente vulnerabili in contesti come questo, come vittime di violenze. Altri hanno dovuto assistere mentre i loro familiari venivano giustiziati.
I bimbi si nascondono di giorno dagli attacchi in corso e la notte sono costretti a temperature anche di 4°C sotto lo zero, senza carburante per potersi scaldare. Secondo testimoni locali ci sarebbe un nuovo pericolo, come se non bastasse: sembra che da mercoledì siano state utilizzate bombe a grappolo, il cui utilizzo era già stato condannato da Save the Children per i danni e le mutilazioni che provocano, in particolare sui bambini.
Sotto attacco la citta' di Douma in Siria dalle forze di Assad

Denunce ed appelli per il genocidio di bambini in Siria

Le denunce e la richiesta di porre fine al conflitto arrivano da tutto il mondo. Le varie ong denunciano le atrocità, i capi di stato chiedono di salvare i civili. Molti gli appelli di personalità influenti in tutto il mondo. Tutti chiedono protezione per la popolazione civile. L’appello per la tragica situazione che stanno vivendo 6 milioni di bambini siriani arriva anche dalla Nobel per la pace 2014 Malala Yousafzai, attivista pakistana vittima di un attentato talebano nel 2012 perché difendeva il diritto delle bambine allo studio. Il suo appello su Facebook arriva come un pugno nello stomaco. Così inizia:

“When I look at Syria, I see the Rwandan genocide. When I read the desperate words of Bana Alabed in Aleppo, I see Anne Frank in Amsterdam”.
“Quando guardo alla Siria, vedo il genocidio del Ruanda. Quando leggo le parole disperate di Bana Alabed da Aleppo, vedo Anne Frank ad Amsterdam“.

Amnesty International accusa le truppe governative siriane di crimini di guerra. Secondo Amnesty infatti hanno utilizzato fin dall’inizio del conflitto una strategia volta prendere regolarmente di mira i civili, sia durante le operazioni militari che ricorrendo massicciamente agli arresti arbitrari, alle sparizioni e alla tortura, stupri e violenze contro le donne da parte dei miliziani, le retate casa per casa, in cui soldati hanno ucciso i residenti, senza risparmiare donne e bambini. Sono stati colpiti ospedali pediatrici e scuole durante il conflitto, contravvenendo a qualsiasi regola del diritto internazionale. L’Onu e i vari capi di Stato del mondo hanno denunciato più volte il genocidio che è in atto, ma purtroppo la situazione è ancora questa.

Morti di bambini in Siria non più quantificabili

Inizialmente l’ONU forniva regolarmente le sue stime sul numero dei morti in Siria; nel luglio del 2013, però, smise improvvisamente di farlo: non era più in grado di fornire dati affidabili.
Secondo però WeAreOnlus durante il convegno del 22 Novembre in Senato, ha parlato di almeno 23.863 bambini vittime.

Parole di Lavinia Sarchi