Violenza sulle donne: a chi rivolgersi per chiedere aiuto

Violenza sulle donne: a chi rivolgersi per chiedere aiuto? In caso di emergenze occorre telefonare subito al 112 oppure al numero 1522, la linea di aiuto sulla violenza.

Violenza sulle donne: a chi rivolgersi per chiedere aiuto

Il fenomeno della violenza sulle donne è una piaga sociale terribile e pericolosissima. I casi di femminicidio si verificano purtroppo ogni giorno sia nel nostro Paese sia nel resto del mondo. La legge sul femminicidio approvata nel 2013 ha introdotto nel settore del diritto penale sostanziale e processuale una serie di misure, preventive e repressive, per combattere la violenza contro le donne per motivi di genere. Ma cosa devono fare le vittime di violenze e maltrattamenti di genere? A chi possono rivolgersi? Oppure cosa occorre fare per aiutare una donna che subisce abusi, violenze, maltrattamenti o stupri?

In casi di emergenze

La violenza sulle donne assume molteplici forme e modalità. Spesso e volentieri viene esercitata soprattutto nell’ambito familiare o nella cerchia di amici e conoscenti attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, atteggiamenti persecutori, percosse, abusi sessuali, delitti d’onore, uxoricidi passionali o premeditati. I primi nemici da sconfiggere sono la paura, la vergogna e i possibili ricatti. Qualsiasi tipo di violenza non deve essere né tollerata né giustificata, ma denunciata. In casi di emergenze occorre chiamare tempestivamente il 112. I carabinieri e i poliziotti sono gli angeli custodi di migliaia e migliaia di donne.

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1522, il numero di pubblica utilità

Oltre al 112 le vittime di violenza, stalking e abusi possono telefonare al numero 1522: è il numero di pubblica utilità promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità che offre un servizio di accoglienza telefonica multilingue e attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno. Gli obiettivi principali di questo servizio sono quelli di favorire una consapevolezza della situazione vissuta da parte delle vittime, informare le utenti sulla possibilità di usufruire dei servizi territoriali specializzati, indirizzare la domanda di aiuto ai servizi specializzati presenti sul territorio, trasferire direttamente le chiamate ai territori che fanno parte degli Ambiti Territoriali di Rete e attivare per le situazioni di emergenza la procedura di contatto e collaborazione con le Forze dell’Ordine, assicurando un’informazione attiva.

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I Centri antiviolenza

Per combattere sul campo il fenomeno della violenza sulle donne sono nati in Italia a partire dagli anni Novanta i Centri antiviolenza, tra cui la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna e la Casa delle donne maltrattate di Milano. Questi centri si sono poi riuniti nella Rete nazionale dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne, dando poi vita a una federazione nazionale che riunisce oltre 75 Centri antiviolenza in tutta Italia dal nome D.i.Re: Donne in Rete contro la violenza alle donne. Questi centri accolgono le donne che hanno subìto violenza. Garantiscono massima riservatezza e aiutano loro nel percorso di uscita dalla violenza. I Centri antiviolenza sono fondamentali e molto utili poiché svolgono attività di consulenza psicologica, consulenza legale, gruppi di sostegno, formazione, promozione, sensibilizzazione e prevenzione, raccolta ed elaborazione dati, orientamento ed accompagnamento al lavoro, raccolta materiale bibliografico e documentario sui temi della violenza.

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Una pagina Facebook contro la violenza sulle donne

In tutti questi anni sono nati diversi progetti e numerose iniziative di aiuto alle vittime di violenza di genere, tra cui la pagina Facebook Donne che imparano a difendersi. Un gruppo di professioniste impegnate nella lotta alla violenza subìta da donne e minori su idea di Alessia Sorgato, la penalista vittimologa autrice del libro Giù le mani dalle Donne, ha creato questo progetto social con lo scopo di diffondere la cultura della dignità e del diritto dato che ci sono diversi strumenti offerti dalla legge per difendersi da uomini violenti, stalker e prevaricatori, ma non sono abbastanza conosciuti e molte donne ne ignorano perfino l’esistenza.

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