Video virale della banca su Internet, i pericoli del cyberbullismo

Lo spot della filiale di Intesa San Paolo ha fatto il giro del web, ottenendo in poche ore oltre 2 milioni di visualizzazioni. Il video faceva parte di un contest interno della banca ma è stato reso pubblico, diventando virale e oggetto di migliaia di prese in giro. Ancora una volta ci scontriamo contro episodi di cyberbullismo, dove milioni di haters trasformano esseri umani in vittime del web

Video virale della banca su Internet, i pericoli del cyberbullismo

Nel corso delle ultime ore è diventato virale sui social networks un video creato da un gruppo di dipendenti della filiale di Intesa San Paolo di Castiglione delle Stiviere ( Mantova). Con l’obiettivo di girare uno spot promozionale, un gruppo di dipendenti, capitanati dalla direttrice Karia Ghirardi, si sono improvvisati attori, dando vita ad una pubblicità divertente al limite del surreale. Il video, che non sarebbe dovuto uscire dai confini della filiale, ha ottenuto in poche ore due milione di visualizzazioni, e, come sempre accade con i social, gli utenti si sono divertiti a farsi beffe pubblicamente non solo di Karia ma anche di tutto il suo gruppo, trasformando persone comuni nell’ennesima barzelletta web.

Intesa San Paolo e lo spot virale

Alzi la mano chi non ha visto quel video. Il setting, la pessima regia del video, la recitazione macchiettistica, l’allegria quasi forzata dei dipendenti che sembrano usciti da un film di Wes Anderson, possono apparire divertenti, forse ridicoli a tratti, ma non si può negare la genuinità e la spontaneità che traspare da questo spot. Il video (che dura esattamente 2 minuti) è stato girato all’interno della filiale, e fa parte di un “contest” promosso da Intesa San Paolo per tutte le filiali d’Italia. Questo video, ora alla portata di tutti, sarebbe dunque dovuto rimanere circoscritto al gruppo di dipendenti di Whatsapp, ma è stato messo online da un utente che poi lo ha rimosso.

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Social network e cyberbullsimo

Il problema grosso con i social network è che tendono ad estremizzare ed ingigantire le situazioni, creando inconsapevoli zimbelli virali, che, senza volerlo, si ritrovano protagonisti di sbeffeggiamenti gratuiti, troppe volte cattivi e di pessimo gusto. Delle due milioni di visualizzazioni che questo video ha ottenuto in poche ore, immaginate quanti di quelli che lo hanno visto si sono messi a ridere e hanno deciso che era prioritario condividere questo momento esilarante, ma non con uno smile, bensì con frasi di sberleffo al limite del crudele. Immaginate per un secondo, la direttrice della filiale e i suoi dipendenti, che pensavano di girare un video divertente e si sono ritrovati ad essere lo zimbello del web.
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Selvaggia Lucarelli parla di cyberbullsimo

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Del video ne ha parlato anche Selvaggia Lucarelli, esperta di social e in particolare di cyber bullismo, che difende a spada tratta lo spot, ridicolo certo, ma che non merita di essere messo alla berlina dagli utenti. Siamo interconnessi, è vero, ma ognuno combatte da solo, e quando sei da sola contro milioni di persone, quali sono le chance di sopravvivere nella giungla virale? La Lucarelli ha sottolineato inoltre, come gli stessi sindacati, che dovrebbero difendere e tutelare i diritti dei lavoratori, si siano schierati invece dalla parte del web becero, chiedendo alla banca di evitare questo tipo di contest, e, di fatto, andando a infierire sulla povera donna.

Riflessioni sul cyberbullismo : quando le vittime sono gli altri

Di episodi di cyber bullismo, ne è pieno il web, e ogni volta gli haters sembrano aumentare in numero e perfidia. Come se le storie dei ragazzi e ragazze vittime di cyber bullismo che hanno deciso per disperazione di togliersi la vita non avessero significato niente, come se si trattasse di casi rari e isolati, in fondo è solo un post, in fondo è solo un altro commento. E allora, la prossima volta, che qualcuno, vedendo un video o guardando una foto, sentirà l’impellente necessità di scrivere un commento di cattivo gusto, si ricordi del fatto, che, anche se oggi siamo dall’altra parte dello schermo, potremmo essere noi a finire sulla graticola. Immaginate le foto o video imbarazzanti che ognuno di noi, nessuno escluso, ha nel cellulare o sul computer e che mai nella vita vorremmo rendere pubblici. Immaginate per un istante che il vostro peggior incubo diventi virale. Immaginate, per un istante, cosa significa, essere Davide contro milioni di Golia senza volto. Immaginate.
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