Vegetariani e vegani sono più sensibili di chi mangia carne

C’è una correlazione tra vegetariani e sensibilità? Sembra proprio di sì. Secondo una ricerca dell’Unità di Neuroimaging Quantitativo del San Raffaele di Milano, chi sceglie un’alimentazione vegetariana è più sensibile alle sofferenze di uomini e animali, rispetto a chi mangia carne. Insomma non è solo una questione etica e di filosofia, c’è proprio una convinzione che ha radici molto più profonde. Per non parlare dei vegani che sono a uno stadio ancora più alto. Ma vediamo meglio cosa hanno scoperto i ricercatori e cerchiamo di capire come sia possibile.
Durante lo studio, sono stati analizzati 20 soggetti onnivori, 19 vegetariani e 21 vegani durante la visione di immagini di esseri umani o animali in situazioni di sofferenza. Attraverso la risonanza magnetica, si è visto che vegetariani e i vegani attivano maggiormente le aree del lobo frontale del cervello associate allo sviluppo e alla percezione di sentimenti empatici.
 
La ricerca ha messo in luce non solo questa differenza tra onnivori e chi non mangia carne, ma anche tra vegetariani e vegani. I primi, durante l’esperimento, hanno mostrato una maggiore attivazione del cingolo anteriore. La sua aumentata attivazione nei vegetariani potrebbe riflettere una maggiore attenzione verso gli stimoli presentati nel tentativo di controllarne l’impatto emotivo.
 
I vegani, invece, hanno attivato maggiormente il giro frontale inferiore, bilateralmente. Quest’area cerebrale si ritiene sia coinvolta non solo in processi inibitori durante stimolazioni cognitive ed emotive, ma anche in fenomeni di condivisione delle emozioni. Insomma, bisogna fare molta attenzione a non confondere le due filosofie perché si manifestano davvero in modo diverso.
 
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