Una bimba di nome Andrea? In Italia non si può, da oggi stop ai nomi "ambigui" per i figli

Una bambina francese figlia di genitori italiani si doveva chiamare Andrea (versione italiana di Andrée), ma secondo il Tribunale non è possibile perché è un nome da maschio.

Una bimba di nome Andrea? In Italia non si può, da oggi stop ai nomi “ambigui” per i figli

Ecco una storia incredibile: immaginate una bimba che si chiami Andrea (forse qualcuna la conoscete, anzi, probabile), di 5 anni. Una bella bimbetta allegra, che vive in Francia, frequenta una scuola materna di Parigi, in classe la chiamano Andrée, ma se dovesse venire in vacanza in Italia, Paese di origine dei suoi genitori, sarebbe una povera “senza nome”. Perché il suo improvvisamente non va bene, per noi (in Italia) è un problema, ci crea confusione, è troppo “ambiguo”. Un nome da maschio per una femmina, proprio è inconcepibile.

La storia parrebbe polverosamente ottocentesca, oppure accaduta in una di quelle nazioni in cui i ruoli tra uomo e donna sono ancora irrigiditi da antiche consuetudini sociali, per non dire tribali, in cui anche la scelta del nome di un bimbo deve passare attraverso le strette maglie della censura religiosa.
 
Ma invece, sappiate che arriva dritta dritta dal Tribunale di Mantova, al quale una coppia originaria proprio dell’Alto mantovano si era rivolta per far avere alla propria bambina anche la cittadinanza italiana, oltre a quella francese ottenuta per diritto di nascita e di residenza.
 
Al momento, però, la cosa pare impossibile, perché Andrea è un nome “fuorilegge”, nientemeno. Il Presidente della prima sezione civile del Tribunale, Mauro Bernardi, così ha sentenziato: “Essendo lei una bambina, in quanto femmina non può chiamarsi con quel nome da maschio”. Proprio così, testuali parole, nero su bianco.
 
In realtà, il problema poteva essere aggirato, lasciando il nome della piccola in lingua francese, Andrèe, peccato che poi, all’Ufficio Anagrafe, si sia subito imposta la questione legata alla corretta ortografia del nome ecc. ecc., e così si è deciso che l’atto di nascita della piccola andrà per forza rettificato. Niente Andrèe, e niente Andrea, che in Italia “è indiscutibilmente nome da uomo”, si cambia e non c’è santo (anzi, santa).
 
Ergo, mi rivolgo a tutte le future mamme e i futuri papà italiani o residenti in Italia, state bene attenti a che nome decidete di imporre ai vostri figli o figlie, può anche essere orribile, o strano, o ridicolo, l’importante è che identifichi in modo inequivocabile il genere del bebè.

Parole di Paola Perria