Di Giovanna Tedde | 15 Gennaio 2019
Jayme Closs, 13enne scomparsa nel Wisconsin lo scorso 15 ottobre, è stata ritrovata. La ragazza, contrariamente a quanto di peggio si potesse immaginare, è ancora viva anche se molto provata dal rapimento. In manette è finito un 21enne, Jake Patterson, presunto killer dei genitori della minorenne.
Il caso Jayme Closs
Jayme Closs, 13 anni, è stata rapita lo scorso 15 ottobre nel Wisconsin. Una scomparsa dai contorni inquietanti, avvenuta nell’immediatezza del massacro dei suoi genitori, James e Denise Closs.
Entrambi sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco, all’interno della loro abitazione di Barron, e da quel giorno della loro figlia si erano perse le tracce. 88 giorni di prigionia, secondo gli inquirenti vittima di un piano architettato dal killer.
In manette è finito un 21enne, Jake Patterson, disoccupato senza precedenti penali e con un profilo apparentemente irreprensibile.
Stando a quanto ricostruito dalle indagini, l’obiettivo dell’irruzione di Patterson nella casa dei Closs sarebbe stato proprio sequestrare la minorenne.
Il ritorno alla libertà
La ragazza sarebbe riuscita a liberarsi da sola nel primo pomeriggio del 10 gennaio scorso. a intercettare il suo disperato cammino verso la libertà una donna, che si trovava in una strada della città di Gordon mentre portava a spasso il cane.
“Mi aiuti, la prego, sono Jayme Closs“: con queste parole, la 13enne ha chiesto aiuto alla passante, che ha poi chiamato la polizia.
La minorenne aveva un aspetto trascurato e indossava scarpe più grandi della sua misura. Tra le prime rivelazioni fatte, quella che riguarda la sua prigionia: era tenuta segregata nell’appartamento del 21enne, che tutti descrivono come un ragazzo dalla vita normale e senza apparenti ombre.
Parole di Giovanna Tedde