Trovare lavoro è più difficile per le donne belle?

Le donne belle fanno più fatica a trovare lavoro specie se a selezionare il personale sono altre donne, lo afferma uno studio israeliano. Meglio sarebbe non allegare la foto al CV…

Trovare lavoro è più difficile per le donne belle?

Discriminate in quanto belle. Sembra proprio che trovare lavoro sia, per le donne avvenenti, un’impresa a dir poco titanica. Sarebbero davvero troppe le insidie da aggirare, che ad assumere sia un uomo o che l’ambito incarico dipenda da una donna. In quest’ultimo caso, addirittura sarebbe consigliato non allegare la foto al proprio curriculum vitae sapendo che a selezionare il personale sono esponenti del nostro sesso, perché l’innata competitività femminile sarebbe a tal punto prevaricante da indurre a scartare immediatamente la candidata provvista di maggiori attrattive fisiche, indipendentemente dalle qualifiche professionali.

Ci possiamo credere? Insomma, se sei bella ti tirano le pietre comunque, a dispetto del fatto che l’estetica domina ormai tutti gli ambiti lavorativi? Gli uomini diffidano delle donne attraenti perché le credono sceme, e le donne ne sentono la minaccia… siamo dunque, ancora, a questo punto? Vediamo di approfondire la questione.

Donne belle e lavoro: lo studio israeliano

Ad affermare che per le donne belle trovare lavoro sia più complicato, sono due ricercatori israeliani – Bradley Ruffle e Ze’ev Shtudiner dell’Università Ben Gurion del Negev e Ariel Center di Samaria – grazie ad uno studio condotto proprio coinvolgendo gli studenti e le studentesse dell’Università e i cui risultati sono stati pubblicati sul prestigioso quotidiano Economist. Tra il 2008 e il 2010, gli studiosi hanno inviato ben 5312 domande di lavoro (finte), con allegato curriculum, in risposta a 2656 inserzioni (vere), in cui si ricercavano candidati per posti di ingegneri, ragionieri, programmatori, direttori vendite, manager ecc. La “furbizia” dei ricercatori, è stata quella di inviare, per ogni domanda, due curricula uguali di cui uno con foto, e l’altro senza. A proposito delle fotografie, circa la metà ritraeva persone di bell’aspetto (sia uomini che donne), mentre l’altra metà apparteneva a persone comuni o non particolarmente avvenenti. Le inserzioni erano state selezionate tra quelle che non facevano distinzioni di sesso tra i candidati, e soprattutto che non pretendevano la foto in allegato al curriculum. Volete sapere i risultati?

Donne belle e lavoro: discriminate da una foto?

Ebbene, molto semplicemente, una volta che hanno cominciato ad arrivare le richieste per un colloquio di lavoro, i ricercatori hanno controllato in risposta a quali curricula erano pervenute. E… sorpresa! Mentre la possibilità di un colloquio veniva offerta in misura doppia agli uomini avvenenti, esattamente l’opposto accadeva per le candidate di sesso femminile. La possibilità di trovare impiego era decisamente superiore per le donne che non avevano allegato la foto al curriculum, o che dalla foto risultavano poco seducenti. In buona sostanza, una donna graziosa per poter arrivare ad un colloquio era costretta a spedire 11 curricula contro gli appena sette della collega meno attraente… Il motivo? Ebbene, secondo quanto rilevato dai due economisti, le differenze di selezione dipendono dal fatto che nella maggior parte degli uffici del personale ad effettuare i colloqui sono donne, giovani e single (93% dei casi), le quali preferirebbero non piazzarsi una potenziale “rivale” sul luogo di lavoro, ecco perché privilegiano le candidate non “pericolose”. Ed ecco spiegato anche il motivo per cui gli uomini “belli” hanno più chance di trovare lavoro rispetto a quello “bruttini”. La soluzione, secondo i ricercatori israeliani, vale solo per il loro Paese: ovvero inviare il curriculum senza la foto (cosa che da noi è ormai impensabile). A questo punto non ci resta che aspettare i risultati di una indagine analoga che venga effettuata in Italia, e già tremiamo all’idea, anche se, ahimé, dalle nostre parti ancor più del faccino grazioso, a fare o meno la differenza è ancora, e sempre, la solita raccomandazione dall’alto… Voi, amiche di PF, che esperienza avete in fatto di discriminazioni lavorative? Raccontateci la vostra.

Parole di Paola Perria