Teoria di Hamer e cancro: nuove testimonianze sulla donna torinese morta

Marina, torinese di 53 anni è morta per le conseguenze di un melanoma non curato secondo i consigli della sua dottoressa Germana fedele alle teorie di Ryke Geerd Hamer. Secondo queste il cancro ha origine da uno choc psicologico e non va curato con la medicina tradizionale

Teoria di Hamer e cancro: nuove testimonianze sulla donna torinese morta

L’inchiesta torinese sulla morte di Marina, deceduta per un melanoma, ha fatto venire alla luce sconcertanti scambi epistolari tra la malata e la sua dottoressa. Il medico in questione è un’omeopata di Torino che segue le teorie di Ryke Geerd Hamer.
Chi è Hamer? E’ un medico tedesco radiato dall’Ordine secondo il quale mali come il cancro hanno origini psicologiche e come tali quindi vanno trattati. Una persona che ha il cancro evidentemente soffre un disagio o ha un problema irrisolto, ma operando in questo senso si può guarire. Secondo questo pensiero la medicina tradizionale diventa quindi superflua.

COS’E’ LA TEORIA DI HAMER E COSA DICE

La paziente e le mancate cure

Marina, torinese di 53 anni, deceduta nel 2014, aveva un melanoma e si era affidata alla sua omeopata, nonostante avesse un fratello medico. Lo scambio di mail rinvenute è sorprendente: la dottoressa si raccomanda di non togliere il melanoma (quello che poi ha causato successivamente le metastasi) e di non asportare i linfonodi. Il problema infatti era solo il mancato perdono di Marina all’ex fidanzato. Una volta risolto questo conflitto interiore, la paziente sarebbe guarita.
Ebbene sì, secondo le cinque leggi biologiche delle teorie hameriane, è necessario affrontare gli choc psicologici per guarire qualsiasi male. Ed infatti le risposte a Marina erano incentrate proprio sul perdono da dare all’ex fidanzato, per poter avviare la guarigione.

Il triste epilogo

Nel carteggio si coglie il dolore di Marina, di una donna che sta sentendo la sua fine vicina, ammettendo che “dopo ogni seduta stava peggio”
Marina purtroppo come presumeva non ce l’ha fatta ed è morta per le conseguenze di quel melanoma che ha lasciato senza cure. A far scattare le indagini è stato il fratello della vittima, nonché medico, ma ha scoperto tutto quando era già troppo tardi. Sull’omeopata l’accusa è di omicidio con l’aggravante della colpa per non aver permesso alla sua paziente un approccio terapeutico. Anche il codice deontologico dell’Ordine dei Medici parla chiaro: art.13 secondo cui il medico non può prescrivere cure che non abbiano un fondamento scientifico e l’art. 15 ammonisce che qualora si utilizzino cure non convenzionali, il medico non si può sottrarre ai trattamenti scientifici tradizionali. Purtroppo l’indagine che sta andando avanti sta portando alla luce casi analoghi.

COS’E’ IL MELANOMA E COME RICONOSCERLO

Parole di Lavinia Sarchi