Tecniche di memorizzazione: quali sono e come funzionano

Memorizzare informazioni, ma soprattutto ricordarle in modo efficiente non è un gioco da ragazzi, anzi: ecco qualche consiglio utile per evitare di seppellire i ricordi nella mente.

Tecniche di memorizzazione: quali sono e come funzionano

Le memoria, un tasto dolente per molti, che, grazie alle tecniche di memorizzazione giuste, potrebbe diventare un vero punto di forza. Basta imparare qualche trucco ad hoc, adattarlo alla situazione o, meglio, alle informazioni da fissare nella memoria, e il gioco è fatto. Nessun ricordo rischierà di scomparire nel nulla troppo facilmente. Ecco quali sono le tecniche di memorizzazione più famose e come funzionano.

I ricordi ci sono, basta trovarli

Chi pensa di non avere una buona memoria ha torto. Infatti, tutti hanno una memoria perfetta, che immagazzina tutti gli input e le informazioni richieste. La differenza è nella capacità di andare a “ripescare” i ricordi al meglio. Per facilitare il recupero, meglio saper organizzare nel modo giusto le informazioni all’interno della memoria, inserendole come in una sorta di schedario. Le tecniche di memorizzazione puntano tutto su questo: insegnano a organizzare meglio i ricordi all’interno dell’area deputata nel cervello.
 
Le immagini sono il segreto del successo delle tecniche di memorizzazione. Infatti, è la memoria visiva a farla da padrone (83% della capacità mnemonica), sono le immagini che rimangono più facilmente e più a lungo impresse nella mente. L’altro ruolo da protagonista, per una memoria di successo, spetta all’associazione. Il trucco, quindi, molto spesso, è imparare ad associare le parole o i numeri alle immagini, per fissarle nella memoria.
 
Per capire quanto sia reale l’importanza della memoria visiva e dell’associazione, basta pensare a quando si conoscono persone nuove a una festa o a una cena. Il giorno dopo provare a ricordarne i nomi sembra una missione impossibile, ma se si incontrano le persone in questione, si riconoscono. Il volto rimane impresso, ma i nomi no o, almeno, non tutti. Alcuni nomi, che si associano già a parenti o amici cari, in realtà, rimangono impressi più facilmente.
 

Memoria, questione di parole chiave

Tra le tante tecniche per accedere ai ricordi già presenti, alle informazioni immagazzinate nella memoria, in modo più o meno consapevole, c’è quella che si basa sulle parole chiave. Sfruttando le parole chiave e i tag, tanto amati dal popolo del web e fondamentali per i meccanismi della rete, si possono memorizzare dati e nozioni in modo efficiente, organizzando al meglio i ricordi. Bastano alcune semplici mosse.
 
• Scegliere un tag per etichettare il tipo di informazione.
• Scegliere un tag per identificare il focus specifico, cioè l’oggetto e il tema dell’informazione.
• Associare immagini divertenti a entrambi e alle parole chiave dell’informazione da memorizzare. Le associazioni mentali, infatti, tra parole o numeri e immagini, sono alla base di ogni tecnica di memorizzazione davvero vincente.

Numeri o immagini?

Se la sfida da proporre alla memoria riguarda una serie di numeri da ricordare senza possibilità di errori, meglio giocarsi, ancora una volta la carta dell’associazione. La tecnica di memorizzazione, in questo caso sfrutta l’associazione, per assonanza o per similitudine, dei numeri con un’immagine. Qualche esempio utile: il numero 1 diventa un palo della luce, il numero 2 un’anatra e il numero 3 un trifoglio.
 
In questo modo, si memorizzano con maggiore efficienza le sequenze di numeri, che risultano sia più facili da archiviare sia da “ripescare” tra i ricordi quando serve sotto forma di immagini.
 

Una parola per ricordare le parole

Quando è una serie di parole da ricordare, meglio creare un vocabolo ad hoc, più facile da memorizzare, composto dalle prime sillabe delle parole in questione. È un trucchetto infallibile per studiare e imprimere nella mente alcune regole: chi ha studiato tedesco, per esempio, si ricorderà per sempre la parola TECAMOLO, che in sé non significa nulla, ma ricorda la successione corretta dei complementi all’interno della frase, cioè TEmpo, Causa, MOdo, LUogo.

Parole di Camilla Buffoli