"Soul", il film d'animazione della Disney che parla anche agli adulti

Nato da Pete Docter, autore di "Up" e "Inside Out", il nuovo film Disney ci conduce in un viaggio alla scoperta della nostra anima

“Soul”, il film d’animazione della Disney che parla anche agli adulti

Foto Instagram | @pixarsoul

Nato dalla mente del regista Pete Docter, autore di film d’animazione di enorme successo, come “Up” nel 2010 e “Inside Out” nel 2016, il nuovo film Disney “Soul” si avvale dell’animazione ambiziosa e straordinaria di Pixar Animation Studios. Un piccolo grande capolavoro che richiama alla mente le atmosfere oniriche di “Fantasia“, per condurci in un nuovo viaggio alla scoperta dell’anima, adatto ai bambini, ma in grado di attraversare anche il cuore e le emozioni di un adulto.

“Soul”, il film a metà tra il musical e la divina commedia

A metà tra un musical, una divina commedia e un dramma metafisico, “Soul” è la storia di un insegnate di musica delle scuole medie, che cerca di riunire la sua anima e il suo corpo, dopo che sono stati accidentalmente separati, poco prima della sua grande svolta come pianista jazz.

Proprio come il film dei “Minions” si apriva con i suoni dei suoi eroi, a rincorrere il famoso motivo musicale della Universal, così “Soul” inizia con il caratteristico inno Disney che viene “assassinato” in modo jazz da una banda scolastica non molto coordinata.

La storia di Joe che precipita in un tombino

Se l’insegnante di musica Joe Gardner potesse esprimere un desiderio, si troverebbe altrove, probabilmente a suonare in un famoso swing club. Il sogno di Joe diventa realtà quando riceve una telefonata nel tardo pomeriggio e gli viene chiesto di assistere la sassofonista hip-jazz Dorothea Williams. L’audizione va bene, così bene, che Joe se ne va con la testa tra le nuvole e precipita in un tombino aperto.

Un viaggio alla ricerca di sé stessi

Joe viene catapultato su una scala mobile in direzione del Grande Aldilà. Ma, determinato a non perdere l’occasione di una vita, Joe corre dall’altra parte e finisce nel Grande Prima, un’isola da sogno in cui alle anime proteiforme vengono assegnate “personalità uniche e individuali“, prima di essere inviate sulla Terra. Qui incontra 22, che si è rifiutata di prendere il suo posto nel mondo reale nonostante i migliori sforzi di una serie di insegnanti, tra cui Gandhi, Abraham Lincoln e Madre Teresa di Calcutta. E così spetta al disincarnato Joe aiutare 22 a trovare la sua scintilla, con risultati inaspettati.

I temi esistenziali di “Soul”

Scritto e diretto da Pete Docter, Soul condivide molti dei tratti delle sue precedenti uscite, “Up” e “Inside Out”. Come quest’ultimo, affronta questioni esistenziali fondamentali, come la costruzione della personalità e il rapporto tra natura ed educazione, attraverso il linguaggio accessibile dell’animazione. Come “Up”, in cui un vecchio riscopre il significato della vita dopo aver trasformato la sua casa in un dirigibile alimentato da un pallone ad elio, il regista lega il suo messaggio di riscatto “a una trama bizzarramente contorta che, di tanto in tanto, inciampa su stessa“, come si legge sul The Guardian.

Un piacere per gli occhi

È facile diventare indifferenti riguardo alla brillantezza visiva, sia tecnica che artistica, della Pixar, ma “Soul” è davvero un piacere per gli occhi: dalla chiarezza quasi fotografica delle scene terrestri, alla stranezza ultraterrena dei segmenti fuori dal corpo, per un viaggio inedito in un mondo ultraterreno in cui riscoprire sé stessi.

Parole di Linda Pedraglio