Senato, gesti sessisti in aula: pene ridicole per D'Anna e Barani

La vergognosa gazzarra sessista al Senato è stata sanzionata con solo 5 giorni di sospensione per i verdiniani Lucio Barani e Vincenzo D'Anna.

Senato, gesti sessisti in aula: pene ridicole per D’Anna e Barani

I vergognosi e indegni gesti sessisti dei senatori verdiniani del gruppo Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (Ala), Lucio Barani e Vincenzo D’Anna, all’indirizzo della senatrice del Movimento 5 Stelle, Barbara Lezzi, sono stati “puniti”, si fa per dire, con solo cinque giorni di sospensione! L’ufficio di presidenza di Palazzo Madama non ha comminato neanche il massimo della pena (10 giorni) previsto dall’attuale regolamento ai due senatori protagonisti di insulti e gesti a sfondo sessista che hanno caratterizzato la seduta di venerdì scorso dedicata alle riforme istituzionali.
La senatrice Barbara Lezzi ha espresso tutto il suo disappunto e la sua delusione per la ridicola sanzione, ma si è detta soddisfatta per altri motivi: “Finalmente si è ripristinata un po’ di verità perché sia Barani sia D’Anna in questi giorni hanno mentito spudoratamente. Si vede che in presidenza i video girati in aula hanno dimostrato come stavano le cose, e che i gestacci sessisti denunciati non li avevamo certo immaginati”.

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Molto più duro il commento del vicepresidente della Camera dei deputati, Luigi Di Maio, che ha dichiarato: “Quindici giorni di sospensione a chi gridava onestà in aula durante l’approvazione delle riforme alla Camera e cinque giorni a chi ha compiuto gesti indicibili. Mi chiedo se questa è una cosa normale. Questo è un Paese da rifondare – ha aggiunto il grillino Di Maio – perché se queste sono le regole sanzionatorie è un Paese al rovescio. Io non posso pensare che ad Alessandro Di Battista furono dati 15 giorni di sospensione per aver urlato a Roberto Speranza del PD tagliati lo stipendio e cinque giorni a Barani e D’Anna. Ci stiamo prendendo in giro”.

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Fatti gravissimi e vili che hanno minato la credibilità delle istituzioni e offeso la dignità non soltanto della senatrice grillina, ma di tutte le donne. Gesti sessisti e volgari non degni di un Parlamento occidentale. Un oltraggio vergognoso e ignobile alle istituzioni e alle donne che dovrebbe essere punito con sanzioni severe e adeguate alla gravità dei fatti. Il regolamento va prontamente modificato. Questa purtroppo è soltanto l’ennesima prova del degrado culturale e politico di una classe privilegiata e maschilista.

Il sessismo continua a dilagare nell’ambiente politico come anche in quello sanitario come ha denunciato di recente il leader delle chirurghe inglesi Jyoti Shah, neurochirurgo del Burton Hospitals Nhs Foundation Trust, alla BBC. Anche il binomio maschilismo e chirurgia rappresenta ancora oggi un fenomeno molto diffuso nella società contemporanea. Al 2015 le leggi e le normative interne relative sia al mondo politico sia a quello sanitario non sono purtroppo civili e democratiche.