Sei donna e sovrappeso? Negli USA guadagni di meno, in Italia neppure ti assumono

Il peso di una donna c’entra con la sua busta paga? A quanto pare sì: negli USA le donne sovrappeso o obese guadagnano parecchio meno rispetto alle colleghe normopeso e molto magre

Sei donna e sovrappeso? Negli USA guadagni di meno, in Italia neppure ti assumono

Pronte a indignarvi? Una donna sovrappeso è discriminata sul lavoro in modo tanto pesante da ripercuotersi significativamente sulla sua busta paga, quando non sulle opportunità stesse di collocarsi sul mercato. Non lo dico io, ma le nude, dure cifre che ci provengono da uno studio pubblicato sulla rivista Forbes, condotto dagli studiosi Timothy A. Judge dell’Università della Florida, e Daniel M. Cable della London Business School. Che cosa dice questa ricerca? Che le donne molto magre (filiformi) guadagnano qualcosa come 22mila dollari (15mila€) in più rispetto alle colleghe normopeso, le quali, a loro volta, percepiscono un guadagno annuo di 19mila dollari (13mila€) più elevato rispetto alle omologhe sovrappeso o obese.

Una cosa che fa paura, una discriminazione che non ha nulla anche vedere con le qualità, il merito, la preparazione tanto sbandierate come specifico, unico metro di giudizio su cui si basa il libero mercato del lavoro statunitense. Libero sì, ma di scegliere quali donne assumere anche in virtù della loro avvenenza e dell’aspetto più… coerente con le politiche aziendali. Esiste una definizione simile? La invento io.
 
Invece questo tipo di discriminazione si chiama “gender wage gap”, ove gender significa genere, perché mie care amiche lettrici di PF, questo tipo di selezione basato esclusivamente sul peso, la subiscono le donne, mica gli uomini! Insomma, dimmi quanto pesi e ti dirò quanto guadagnerai, alla faccia di Oprah Winfrey e donne di successo come lei, costantemente alle prese con la propria tendenza ad ingrassare, che per anni è stata il simbolo della riscossa delle grasse. Molto consolatorio, ma evidentemente una rondine non fa primavera.
 
E in Italia? Chiaramente chi viene assunta nel settore pubblico, non subisce tagli nella busta paga in relazione al suo peso e alla taglia, ma il problema sta a monte. Nel Paese europeo con il più alto tasso di disoccupazione femminile, già trovare un lavoro qualunque è un’impresa per tutte le donne. Ma diventa titanica per le taglie forti, fortemente penalizzate soprattutto nella ricerca, ovvero quando si presentano al colloquio di lavoro.
 
A parità di competenze, il posto sarà di quella magra, è matematico. Ragazze, ribelliamoci. Chi di voi sta leggendo questo post e ha la fortuna di gestire un’azienda, o di essere responsabile del settore assunzioni, cerchi di non farsi in alcun modo influenzare dall’aspetto delle candidate, per lo meno, se si dimostrano efficienti e preparate. Iniziamo noi stesse a difenderci contro qualunque forma di discriminazione, è importante.

Parole di Paola Perria