Segregata dal compagno conosciuto sui social: la storia di una 48enne

La vittima si era fidata ciecamente di quell'uomo perché proveniva dal circuito di amicizie del marito scomparso. Ma quello è stato solo l'inizio del suo incubo.

Segregata dal compagno conosciuto sui social: la storia di una 48enne

Foto: Pixabay

Ha conosciuto colui che sarebbe diventato il suo nuovo compagno sui social, dopo aver superato la tragica scomparsa dell’amato marito. Ma per una donna, madre di due bimbi, quello è stato l’inizio di un incubo. Segregata, picchiata e umiliata in continuazione: la storia di una 48enne finisce sulle cronache nazionali.

Sui social l’incontro con l’aguzzino

Fernanda ha 48 anni, vive nel Nord Italia e ha una storia drammatica alle spalle. Tutto è iniziato con la prematura scomparsa del marito, un lutto che l’ha vista restare sola a crescere i loro due bambini.

Poi un barlume di rinascita, con l’incontro casuale sui social e una nuova storia d’amore che fiorisce. Ma è proprio questo l’inizio del suo dramma.

La 48enne ha conosciuto il suo nuovo compagno attraverso un gruppo di amici del marito. Questo le ha fatto acquisire grande fiducia nel suo interlocutore: “Il fatto che venisse dal suo stesso ambiente mi faceva sentire protetta. Lui poi era gentile, mi riempiva di attenzioni e complimenti“.

I problemi, però, non avrebbero tardato a far capolino nel nuovo capitolo di vita di Fernanda: “È venuto a vivere da me e il rapporto dopo un po’ è cambiato. Era geloso, non voleva stessi in ambienti nei quali c’erano uomini, non mi faceva uscire neanche con le mie amiche“.

La gelosia sarebbe diventata così morbosa da imbrigliare ogni aspetto della sua vita: “Controllava ciò che indossavo, mi vietata di usare slip neri, diceva che si vedevano sotto i vestiti, mi pedinava, mi umiliava“.

Poco dopo è subentrata la violenza fisica: “Ha iniziato ad alzare le mani, me le stringeva al collo, più volte sono arrivata a sentirmi soffocare. A un certo punto ha cominciato a minacciarmi di morte, diceva che mi avrebbe staccato la testa. I miei bambini, avuti nel 2009 con mio marito, sentivano tutto. E con loro era molto autoritario, vietava perfino che parlassero del padre“.

Fernanda, accolta in un centro specializzato nel supporto alle vittime di violenza, spera che la sua testimonianza possa essere utile a tante altre donne: “Bisogna chiedere aiuto appena se ne ha l’occasione“.

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Parole di Giovanna Tedde