Scadenza Tari, come si calcola e chi la deve pagare?

Come si calcola la Tari? Chi paga la tassa Tari? Quali sono le scadenze Tari 2017? Sono alcuni dei quesiti comuni a milioni di contribuenti, alle prese con la tassa sui rifiuti che ha sostituito la Tarsu. Vediamo nel dettaglio il tributo, che insieme a Imu e Tasi 2017 fa parte della Iuc, l'imposta unica comunale.

Scadenza Tari, come si calcola e chi la deve pagare?

LaPresse
Si avvicina la scadenza Tari, ma come si calcola e chi la deve pagare? La tassa sui rifiuti, insieme a Imu e Tasi 2017 fa parte della IUC (Imposta Unica Comunale), e riguarda il gettito che andrà a coprire i costi sostenuti per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. La sua introduzione, con la legge di stabilità 2014, ha accorpato le precedenti imposte Tia (Tariffa di igiene ambientale), Tarsu (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e Tares (Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi). Il pagamento avviene con modello F24 semplificato, ordinario o editabile online come da indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, oppure con bollettino prestampato predisposto dal Comune di residenza. Vediamo insieme chi paga, calcolo e scadenze Tari 2017.

Tari, chi la paga

Come anticipato, la tassa Tari si paga con bollettino postale precompilato, distribuito dal Comune di residenza, oppure con modello F24 dell’Agenzia delle Entrate. Nel documento vanno inseriti l’importo da pagare, l’annualità di riferimento del tributo, la scadenza e il codice tributo Tari 2017. Ma chi paga la Tari? La risposta è già chiara nel contenuto della legge di Stabilità 2014, in cui si individuano i contribuenti che devono versare l’imposta come coloro che hanno “il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani”.

In sostanza, paga la Tari 2017:

– chi usa o detiene a qualunque titolo una casa, un locale o un’area scoperta che possa produrre rifiuti solidi urbani;
– chi usa o detiene l’immobile in comunione con altri soggetti: in tal caso, a pagare con un tributo unico sono tutti i fruitori, che concorrono in solido al pagamento Tari.

In caso di detenzione temporanea di durata non superiore a 6 mesi (anche non consecutivi) nello stesso anno solare, la Tari è dovuta soltanto dal possessore dei locali e delle aree a titolo di proprietà, usufrutto, uso, abitazione o superficie (e non, quindi, dall’utilizzatore).

Invece, nel caso di uso inferiore a 6 mesi ma di carattere non temporaneo (es. locazione triennale che inizia a settembre e si ripete per 3 anni), la Tari è dovuta dall’utilizzatore per tutta la durata della detenzione.

Specificando, quindi, vediamo i casi di detenzione o uso di immobile e chi è tenuto a versare l’imposta:

affitto: la Tari deve pagarla l’affittuario;
locazione: l’imposta ricade sull’inquilino;
usufrutto: a versare il tributo è l’usufruttuario.
diritto di abitazione (immobile concesso dal giudice all’ex coniuge, o usato da coniuge superstite al proprietario): a pagare la Tari è il titolare del diritto.
comodato d’uso gratuito: a pagare la tassa è il comodatario.

Tari, come si calcola

Come si calcola la Tari? La tassa è differente per ogni Comune di residenza (per esempio, la Tari 2017 a Milano è diversa dalla Tari 2017 per Torino, Palermo e così via). Per ottenere l’importo da versare, si tiene conto di due quote, una fissa e una variabile:

quota fissa: data dalla moltiplicazione tra la superficie dell’immobile per la tariffa corrispondente al numero degli occupanti;

Se il proprietario non è residente, il numero degli occupanti è determinato in via presuntiva, sulla base della superficie dell’immobile. Perciò, si stima quanto segue:

– da mq 0 a mq 45: 1 componente;
– da mq 46 a mq 60: 2 componenti;
– da mq 61 a mq 75: 3 componenti;
– da mq 76 e oltre: 4 componenti.

quota variabile: data dalla quantità di rifiuto residuo conferito e dal quantitativo minimo obbligatorio, decisi da ciascun Comune sulla base della delibera Tari.

Il calcolo Tari è effettuato dai Comuni, e in caso di variazione di residenza, il contribuente è tenuto a dichiararla al competente Ufficio tributi comunale entro il 20 gennaio successivo all’occupazione del nuovo immobile.

Scadenze Tari 2017

Così come per le altre tasse della Iuc (ad esempio per la scadenza di Imu 2017 e Tasi 2017), anche la Tari 2017 è rateizzabile , con date che variano, però, a seconda del Comune di residenza, che ha piena facoltà di stabilire autonomamente i termini di pagamento dell’imposta.

Si tratta, quindi, di scadenze differenti per i Comuni italiani, a cui, in linea generale, si può attribuire una datazione di massima semestrale (giugno-dicembre), che si può suddividere anche in tranche di versamento con primo acconto, secondo acconto e saldo (quest’ultimo solitamente a fine anno). Mentre per tasse come la Tasi 2017 la scadenza è definita in modo univoco per ogni Comune, la Tari segue uno scadenzario fiscale individuato da ogni ente locale, che provvede a inviare i relativi bollettini ai cittadini (diversamente da Imu e Tasi, che non prevedono l’invio di alcun documento al contribuente).

A titolo esemplificativo, quindi, è utile citare che la scadenza Tari 2017 Palermo differisce dalla Tari 2017 Milano, così come dalla Tari 2017 Torino e da tutti gli altri Comuni. La scadenza Tari 2017 è, quindi, variabile.

Tari, bollettino non ricevuto

Come abbiamo visto poco sopra, ogni Comune provvede all’invio del bollettino postale precompilato per il pagamento Tari 2017. Ma come comportarsi se il bollettino Tari non viene ricevuto?
La tassa sui rifiuti è molto importante, perché il gettito va a ricostituire le somme dedicate ai costi di raccolta e smaltimento. Per questo motivo, ogni contribuente deve provvedere a pagarla attraverso le modalità previste dalla legge (bollettino postale o modello F24), e nel caso in cui non ricevesse il bollettino, è opportuno consultare il sito istituzionale del Comune o recarsi presso l’Ufficio tributi dello stesso per provvedere a pagare entro i termini previsti e secondo le rate predisposte.

Parole di Giovanna Tedde