Save the Children: 'Giovani migranti costrette a prostituirsi per varcare il confine a Ventimiglia'

L'allarme lanciato nell'ultimo report sulla tratta dei minori parla di circa 10 milioni di ragazzi e ragazze 'schiavi invisibili'. Sarebbero 5mila, secondo i dati intercettati e registrati, i minori migranti non accompagnati finiti nel vortice della criminalità organizzata.

Save the Children: ‘Giovani migranti costrette a prostituirsi per varcare il confine a Ventimiglia’

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L’ultima frontiera del crimine sui minori si starebbe consumando sul suolo italiano, a Ventimiglia: Save the Children lancia l’allarme sulle giovani migranti, che sarebbero costrette a prostituirsi per varcare il confine. Si tratta di una vicenda che ricade nel più ampio e fluido spettro del fenomeno noto come ‘survival sex’: letteralmente sesso in cambio della sopravvivenza.

Minori migranti costrette alla prostituzione per passare il confine

Sarebbe Ventimiglia, secondo il rapporto sulla tratta dei minori stilato da Save the Children, il crocevia obbligato per le minori migranti costrette alla prostituzione per passare il confine.
Un tessuto criminale che si sarebbe radicato sul suolo italiano e vedrebbe centinaia di ragazze vittime di un disegno dai contorni torbidi e non facilmente intercettabili.
Si tratterebbe di giovani originarie, in gran parte, del Corno d’Africa e dell’Africa sub-sahariana. Ai passeurs devono versare una somma tra i 50 e i 150 euro, per il viaggio in auto: questo, spesso, si tradurrebbe nel passaggio obbligato attraverso la prostituzione.
Il fenomeno è noto come ‘survival sex’, e vedrebbe tantissimi minori nel vortice di quella che ha tutti i tratti di una ‘schiavitù invisibile’ condensarsi nella frontiera di Ventimiglia.

I dati di Save the Children sulla tratta dei minori nel 2018

L’ultimo rapporto aggiornato di Save the Children, “Piccoli schiavi invisibili 2018”, fotografa una situazione sconcertante.
Lo sfruttamento minorile è una piaga difficile da sanare, ancor prima da individuare in ogni sua perversa declinazione.
Nel mondo, secondo l’ultimo report, sarebbero circa 10 milioni i bambini e gli adolescenti costretti al mercato del sesso e del lavoro nero, dato che si riferisce al solo 2016.

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La fotografia della situazione italiana

Il problema coinvolge anche l’Italia, nodo sensibile di passaggio per migliaia di migranti. Le unità operative sul terrirorio nazionale, per conto di Save the Children, sono entrate in contatto con 1.904 vittime di sfruttamento sessuale.
Si tratta di un numero inerente al periodo tra gennaio 2017 e marzo 2018. Di questi, 1.744 avrebbero dichiarato di aver raggiunto la maggiore età, e 160 sarebbero i minorenni accertati.
In questo target domina il 68% di schiave di nazionalità nigeriana, seguite dal 29% di giovani donne e bambine di nazionalità romena.
Un anno prima rispetto a questo scenario, si erano registrate 1.313 vittime conclamate, e questo fa capire come il fenomeno sia in drammatico e repentino incremento.

Il dramma delle giovani nigeriane

La tratta di giovani donne, in Italia, si materializza al massimo della recrudescenza per le minori nigeriane. 8 su 10 sarebbero potenziali vittime di sfruttamento sessuale.
Tra il 2016 e il 2018 si è registrato un incremento record nel fenomeno dell’esposizione al rischio, pari al 600%. A preservare la non tracciabilità di gran parte di queste situazioni è il fatto che le operazioni di identificazione post sbarco siano inficiate dall’ingerenza degli sfruttatori.
Significa che molte minori sfuggono al sistema di tutela perché costrette a dichiararsi maggiorenni appena toccato il suolo italiano.

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Aumenta il numero di minori scomparsi

A questo dato allarmante si somma il dramma della sparizione di migliaia di minori migranti. Al 31 maggio 2018, sarebbero 4.570 quelli dichiarati irreperibili nel solo territorio italiano.
Si tratta di minori scomparsi dalle strutture di accoglienza in cui erano stati inseriti dopo l’arrivo in Italia, prevalentemente di origine eritrea, somala, afghana, egiziana e tunisina.
L’ingresso nella galassia sommersa dell’invisibilità, per questo profilo di soggetti in fuga, rappresenta la prima fonte di esposizione al rischio di finire imbrigliati nelle trame criminali della tratta per lo sfruttamento sessuale e lavorativo.

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Parole di Giovanna Tedde