San Donà di Piave, prof diventa donna e scoppia la polemica

Un 51enne professore di fisica di una scuola superiore di San Donà di Piave ha cambiato identità e si è presentato travestito da donna a scuola. Il caso è subito diventato nazionale.

San Donà di Piave, prof diventa donna e scoppia la polemica

Un 51enne professore di fisica dell’Istituto Scarpa-Mattei di San Donà di Piave in provincia di Venezia ha cambiato identità e si è presentato travestito da donna a scuola, dopo essere diventato docente di ruolo. Un cambiamento quasi radicale che ha spiegato ai suoi studenti nell’ultima ora di lezione di venerdì scorso. Il professore Luca Bianco ha infatti svelato ai suoi allievi la sua nuova identità: “Da oggi chiamatemi Cloe“. Un grandissimo desiderio che coltivava fin da piccolo, quando aveva soltanto 5 anni, e che si è finalmente realizzato. Ora però è scoppiata la polemica e il caso è subito diventato di interesse nazionale.
Solamente alcuni giorni fa, il professore Luca Bianco aveva preannunciato la sua scelta sul suo profilo Facebook: “Bisogna correre perché siamo indietro anni luce rispetto ai paesi avanzati nei diritti umani per le persone trans, non concordo col procedere a piccoli passi”.

Il papà di uno studente ha inviato una durissima lettera all’assessore all’Istruzione della Regione Elena Donazzan: “Nessuno era al corrente del fatto, i genitori non erano stati avvertiti, perfino i docenti non ne sapevano nulla, lascio a lei immaginare i volti dei ragazzi, qualche risata certo c’è stata ma lo choc è stato più grande al punto che una ragazza di un’altra classe si è sentita male. A distanza di un giorno nessuno della dirigenza scolastica è intervenuto con nessuno. Non se ne sa nulla”. Non la pensa così un altro genitore che ha inviato un’altra lettera molto significativa all’assessore all’Istruzione: “Mia figlia è arrivata lo stesso giorno da me dicendomi la stessa cosa, ed io le ho spiegato che il coraggio della sua professoressa e dello stesso preside dovrebbero averlo in molti non capisco quale atto abbia fatto sconvolgere così tanto quel genitore: suo figlio ora apprenderà qualcosa di più dalla scuola, ovvero che in questo mondo siamo persone e non etichette”.

LEGGI LA STORIA DI UNA MINORENNE TRANSESSUALE CHE HA CAMBIATO NOME IN SPAGNA

L’assessore Elena Donazzan è su tutte le furie per un caso che ha definito molto grave e ha dichiarato che chiederà provvedimenti urgenti: “Non è possibile una cosa del genere che un docente arrivi con la parrucca finta, col seno finto, coi tacchi. Trovo squallida questa esasperazione di sé, quasi a voler scioccare. Dal mio punto di vista non è adatto all’insegnamento perché per farlo bisogna aver un equilibrio”. Il preside dell’istituto Francesco Ardit ha smorzato le polemiche, specificando che è un docente e come tale va rispettato. Anche il direttore dell’ufficio scolastico di Venezia Domenico Martino ha aggiunto che le scelte personali non rientrano nell’analisi dei compiti del docente.

Il presidente del Movimento italiano transessuali Porpora Marcasciano ha sottolineato che quello di questi giorni non è il primo caso in Veneto tra i docenti. Mattia Galdiolo di Arcigay Tralaltro Padova ha affermato che Cloe come molte altre donne e uomini transessuali di questo Paese non chiede e non impone nulla se non il rispetto per la propria identità, rispetto che a tutti è dovuto, mentre “parlare di trauma per la sola presenza di una persona transessuale in una classe è prova d’ignoranza”. La delegata ai diritti civili a Venezia durante la giunta Orsoni ha asserito che l’accaduto dimostra una volta di più come sia importante che la scuola si occupi di educare gli alunni alle diverse espressioni dell’identità di genere: “Un percorso prima viene affrontato meglio educa al rispetto di ogni essere umano. È la conoscenza che permette al professore di sentirsi libero di essere Cloe e agli studenti di accogliere il cambiamento con serenità”.

SCOPRI COME I GIOCHI DEI BAMBINI INFLUISCONO SUL LORO ORIENTAMENTO INTIMO

Una storia quella della professoressa transessuale Cloe Bianco che ha riacceso i riflettori sulle tematiche gender e sui diritti delle persone transessuali in Italia, con l’augurio che non siano più argomenti tabù nelle scuole e nell’agenda della classe politica italiana.